I costituenti calabresi nell'ultimo libro di Rocco Lentini

Cos'è la Costituzione della Repubblica Italiana? Nel settantesimo anniversario della sua entrata in vigore, molto si è detto su Essa, ma poco su coloro che la scrissero. Di fatti non ricorda neanche il nome dei Padri costituenti, tranne quello di qualche politico di fama. Eppurem, tra di loro, vi erano diversi calabresi.

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Questo buco nella memoria collettiva, almeno per quanto riguarda la Calabria, è stato colmato dall'ultimo lavoro di Rocco Lentini, storico e giornalista di Rizziconi, presidente dell'Istituto "Ugo Arcuri" per la storia contemporanea e dell'antifascismo in Provincia di Reggio Calabria, nonché direttore della rivista "Sud Contemporaneo" e del mensile "Azione Metropolitana" ed autore di diversi saggi storici, che ha appena dato alla luce, per la Città del Sole Edizioni, il libro "Il Labirinto e il Filo, I Costituenti Calabresi.

Nel volume, da poco giunto in edicola e a breve anche sui canali di distribuzione Feltrinelli, Ibs e Amazon, sono raccolte tutte le biografie dei Costituenti della nostra regione, accompagnate dai diversi interventi in Aula e da un tracciato sulla loro storia sotto il regime nonché sulla loro trasformazione durante la carriera politica fatta, molte volte, di cambi di casacca.

Quello che emerge, fra l'altro, è come attraverso una sorta di riciclo, favorito anche dai partiti politici antifascisti, schiere di intellettualità fascista e larga parte della borghesia agraria meridionale si riversò nelle istituzioni repubblicane sin dalla fase costituente. Questa concezione della politica, trasversale ai partiti dl dopoguerra, consentì loro l'aderenza indolore alle strutture repubblicane. Caso paradigmatico, ma non diverso, almeno nelle modalità, di ciò che avvenne nella macroregione meridionale, fu quello della Calabria. Una regione dove dopo un fallito tentativo di sostegno, anche violento, alla monarchia operato dalla borghesia agraria e latifondista si utilizzarono ampliamente i nuovi strumenti democratici per garantire i privilegi acquisiti e consolidati con il regime fascista. Larghe schiere di monarchici ed ex fascisti entrarono nelle strutture politiche repubblicane attraverso le competizioni elettorali amministrative e politiche del 1946 e parteciparono alla fase costituente tenendo ben saldo il filo, oltre che economico, anche politico.