Giusy Versace al Festival dello Sport di Trento

La Versace è intervenuta nella tavola rotonda "Oltre i Cyborg, la tecnologia e lo sport paralimpico" assieme a Markus Rehm, atleta paralimpico e primatista mondiale di salto in lungo, al presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli e al direttore Biomechanical Solution Össur Christophe Lecomte.

Intervistata dal giornalista Claudio Arrigoni, Giusy ha ripercorso la storia della sua vita sportiva: "Ho iniziato a correre nel 2010, 5 anni dopo l'incidente nel quale ho perso entrambe gambe. Ho iniziato molto tardi perché all'estero, dopo incidenti come il mio, si inizia già dall'ospedale ad impostare la nuova vita. Ricordo che era l'epoca di Oscar Pistorius e i riflettori avevano iniziato ad accendersi su questo sport. Io mi sono avvicinata alla corsa solo per una sfida personale, nei confronti di chi non credeva che potessi farcela. Da lì, ho preso gusto nel farlo e non mi sono più fermata. Andrea Giannini, il mio allenatore, non ha mai fatto sconti e non mi ha mai fatto sentire diversa, mi ha sempre trattata come una normodotata e grazie a lui sono riuscita a fare quello che ho fatto e a disputare una semifinale ai Giochi Paralimpici di Rio. Sono dell'idea che la tecnologia aiuta solo a compensare quello che ti manca, ma non a superare i propri limiti fisiologici".

Dopo l'incontro la Össur, l'azienda islandese specializzata nella progettazione e realizzazione di protesi tecnologicamente molto avanzate, grazie alla presenza di Giusy e di Markus Rehm, ha fatto provare al pubblico come si cammina sulle lame da corsa.

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"Össur è una grandissima azienda - continua Giusy - fanno un lavoro straordinario sia con noi atleti che per le persone comuni. Con i loro prodotti gli amputati possono davvero tornare ad avere una vita e a fare sport ad alto livello. Quando correvo ho sempre indossato le loro protesi ed ho persino vinto "Ballando con le Stelle" con i loro piedi flex. Adesso che rivesto un ruolo da parlamentare – conclude Giusy – mi sto battendo affinché ausili e protesi sportive per persone disabili possano essere erogati dal Servizio sanitario nazionale e non rappresentare più un lusso".