Def 2017, Cannizzaro (CdL): "La Calabria non riparte"

"Numeri drammatici e ritorno alla cruda realtà da parte di un deludente governo nazionale che, ignorando quanto deciso nel referendum dagli italiani, ha dato continuità all'azione politica renziana, acutizzando di fatto lo stato di crisi soprattutto per le famiglie, e non solo. Il Documento di Economia e Finanza 2017 uscito dal CdM dell'11 aprile u.s. delinea una programmazione finanziaria drammatica ed una prospettiva di crescita degna di un paese del terzo mondo, in assoluta controtendenza con gli altri stati principali dell'unione europea". Ad affermarlo Francesco Cannizzaro, Consigliere Regionale e Capogruppo "Casa delle Libertà".

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"L'aumento dell'Iva al 25 % nel 2018 è inevitabile e le parole di Padoan sull'argomento risultano essere il solito favore politico a Renzi che il 30 aprile si gioca le primarie del PD. Un cuneo fiscale che al 47.8 % non lascia margini sufficienti di spesa e rilega il rilancio dell'economia ad altri tempi. Disoccupazione giovanile e spesa per l'immigrazione, oltre quattro miliardi di euro per quest'ultima a fronte di uno solo per il comparto sicurezza, sembrano non preoccupare l'esecutivo Gentiloni-Del Rio perché è vero che l'attuale premier sembra eseguire ordini chiari, ma è anche vero che artefice incontrastato del Def approvato è sicuramente il ministro Del Rio, l'uomo dalle promesse puntualmente disattese. Se osserviamo le voci che avrebbero dovuto interessare la Calabria ci rendiamo conto di quanto la nostra Terra sia considerata, e soprattutto in quale considerazione siano tenuti i nostri amministratori regionali, Oliverio in primis. L'allegato al Def denominato "Connettere l'Italia: fabbisogni e progetti di infrastrutture" è l'ennesimo affronto alla Calabria: capitolo IV° (interventi di interesse nazionale) al punto 2, ferrovie ed alta velocità non prevedono interventi strutturali sul territorio, se non il taglio di qualche altra fermata; punto 3, strade, promessa eterna disattesa la "strada della morte" chiamata dai reggini e detta 106 sulle mappe stradali. Oliverio sicuramente non gode di molta stima politica a Roma, ma l'eco di Falcomatà per quanto riguarda la città metropolitana e le sue arterie strutturali fondamentali di collegamento non è da meno. Al punto 4 del capitolo IV°, "sviluppo di sistemi integrati su ferro ed estensione del trasporto rapido di massa" diventa irrilevante parlare della nostra città metropolitana, e risibile quando i punti 5 e 6 affrontano il potenziamento strutturale di porti ed aeroporti, viste le catastrofiche vicende che collocano Gioia Tauro porto e Reggio Calabria aeroporto sul fondo degli interessi nazionali di questo esecutivo. Lascia perplessi l'apparente "serenità" dei rappresentanti istituzionali calabresi a trazione Pd, nel vedere un documento finanziario vuoto, come al solito, di risultati concreti per le criticità calabresi, e particolarmente ricco verso quelle zone del Paese, vedi la Toscana, dove convergono interessi vari. Un Def penalizzante per le famiglie italiane che vedranno l'aumento delle solite bollette quotidiane e l'indebolimento ulteriore del proprio potere di acquisto, e deprimente per il rilancio del sud, "dimenticando" opere pubbliche indispensabili per la Calabria. Oliverio e Falcomatà, regione e città metropolitana, i due enti principali del motore Calabria che risultano maggiormente danneggiati ma che continuano ad assecondare le assurde follie di un esecutivo prigioniero del Pd renziano".