Poltronificio Calabria

dieni federica2403di Federica Dieni* - Il ministro della Pubblica amministrazione deve intervenire con urgenza per evitare che le società in house della Regione Calabria continuino a essere usate come poltronifici dai partiti politici.
Come riportato di recente dal Corriere della Calabria, in un articolo intitolato "Il poltronificio (senza fine) di Calabria Lavoro" – prosegue la portavoce del Movimento –, non accenna a diminuire un malcostume tipico della Regione Calabria: le assunzioni clientelari con i soldi dei contribuenti. In particolare, l'Azienda Calabria Lavoro, ente in house della Regione che dovrebbe favorire le politiche per l'occupazione, attraverso i vari commissari che si sono succeduti dal 2014 a oggi– Pasquale Melissari, Antonio De Marco e Fortunato Varone – avrebbe messo sotto contratto decine di persone per chiamata diretta.

L'ultimo caso riguarderebbe quattro consulenti, il cui contratto sarebbe stato rinnovato in virtù di una certa "vicinanza" alla dirigenza o alla politica. Gli 81 esperti della "Misura 7.1", invece, hanno dovuto subire l'annullamento della procedura di valutazione per mezzo di un decreto del commissario Luigi Zinno, per non meglio precisate incompatibilità e inadempienze procedurali.
Altre anomalie sono ravvisabili riguardo al progetto Garanzia Giovani, del quale la Regione Calabria e il dg del dipartimento Lavoro avevano autorizzato la riprogrammazione del Piano esecutivo, affidandone le attività al Formez Pa.

Contestualmente, veniva approvato il progetto esecutivo e la convenzione per un importo complessivo di 911mila euro. Formez Pa ha il compito di garantire assistenza per uffici e centri per l'impiego, che avrebbero dovuto migliorare le loro performance operative nella gestione del piano. Che, tuttavia, non pare proprio funzionare in modo adeguato: il flop di "Garanzia Giovani" è stato infatti certificato anche dalla Corte dei Conti europea. Per raggiungere questi non esaltanti risultati, Formez Pa avrebbe utilizzato propri esperti, alcuni dei quali vicini alla dirigenza del Partito democratico.
Ora il ministro Madia dovrà chiarire se sia a conoscenza di queste anomalie e quali misure, anche normative, intenda adottare per mettere fine al poltronificio calabrese.

*Federica Dieni,deputata del M5S