“Aemilia”, scintille in aula tra pentito e nuovo reggente cosca

Infuocato botta e risposta questa mattina nell'aula reggiana del processo di 'ndrangheta Aemilia tra il pentito Antonio Valerio e l'imputato Antonio Crivaro, accusato proprio dal collaboratore di giustizia di essere uno dei nuovi quattro reggenti (insieme a Carmine Sarcone, Luigi Muto e Giuliano Floro Vito) della cosca di Cutro radicata in Emilia, colpita ma non abbattuta dagli arresti del gennaio 2015. Il confronto tra i due (Valerio in video conferenza da un sito riservato e Crivaro che e' a piede libero presente in aula) e' stato disposto dal presidente della Corte Francesco Maria Caruso dopo l'esame dell'imputato sulle nuove accuse formulate dai pm l'8 febbraio. A Crivaro, uscito dal carcere il 16 febbraio del 2015, viene in particolare contestato di aver assunto nel tempo un ruolo di vero e proprio organizzatore della consorteria di cui avrebbe continuato a gestire fino ad oggi le attivita'. Nelle lunghe deposizioni dei mesi scorsi Valerio gli aveva poi attribuito fin dagli anni '90 una sfilza di illeciti come truffe ad assicurazioni e compagnie telefoniche e false fatturazioni, oltre ad uno stretto rapporto con Luigi Muto, la partecipazione a tutte le riunioni di vertice della cosca e perfino al cospetto del boss Nicolino Grande Aracri. Ma a rendere ancora piu' incandescente il "duello" di questa mattina ci sono anche i foschi rapporti pregressi tra i contendenti. Crivaro e' infatti parente di Rosario Ruggiero il falegname, detto "tre dita", che negli anni '70 uccise in Calabria il padre di Valerio che all'epoca aveva solo 10 anni. Innescando pero' la vendetta del figlio che raggiunse nel 1992 a Brescello il cugino di Rosario, Giuseppe detto Pino.

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