Ricandidatura Oliverio, l’assessore Rizzo e vari sindaci per un centrosinistra “largo” con venature civiche. E in tema di sanità Pacenza ringrazia Mons. Morosini…

sindacieamministratorisostengonocandidaturaoliveriodi Mario Meliadò - Al 'T Hotel', sono davvero numerosi i politici e amministratori della cosa pubblica incontrati dal Dispaccio.it per raccoglierne i pareri sulla situazione politica e la ricandidatura ormai certa di Mario Oliverio alla guida della Regione Calabria.
Vediamone sùbito qualcuno.

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Tra gli amministratori incontrati, il sindaco di Cittanova Francesco Cosentino: «Cosa ci ha convinto di più dell'operato di Mario Oliverio? Il metodo di lavoro, che ha guardato sempre alla soluzione dei problemi e non alle 'elargizioni': l'abbiamo visto nell'ambito del sistema scolastico, apprezzando molto l'impostazione offerta a salvaguardia della Scuola e per far capire quant'è importante questo mondo e l'avere delle strutture che possano essere funzionanti, perché la Scuola è un punto nodale per la rinascita del Mezzogiorno. E infatti nei nostri Comuni, a quest'investimento di mano regionale, ha fatto sèguito un altro investimento dell'Ente locale sugli arredi e il necessario per fare degli istituti presìdi funzionali ed efficaci». Politicamente, poi, «anche in questo caso quello che giudico più positivo è sempre il metodo di lavoro. Rispetto ai risultati scuola, ambiente, trasporti ne hanno raccolti d'importanti: ma il punto è che il mio sguardo politico è fortemente condizionato dal mio sguardo da amministratore. Dunque politicamente quest'impostazione mi convince nella misura in cui si ricerca costantemente la risoluzione tempestiva dei problemi, come ho visto fare finora alla giunta Oliverio: altrimenti, si ricade in vecchie logiche che non mi hanno mai convinto neanche un po'. Come affrontare il voto? Non tocca a me, toccherà ai partiti, credo, ragionare su queste cose. Ritengo però che avere il consenso dei primi cittadini, indipendentemente dalla loro collocazione politica, è fatto importante perché fa ritenere che s'è pensato molto ai problemi, al territorio e non s'è operato seguendo criteri puramente partitici».

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Secondo il primo cittadino di Palmi Giuseppe Ranuccio «l'elevato consenso tributato dagli amministratori locali a Mario Oliverio secondo me è dovuto all'operato, per certi versi anche silenzioso, attento e incisivo: basti pensare all'enorme attenzione tributata ai borghi, segno anche di un'interlocuzione tangibile che tutti noi amministratori abbiamo puntualmente riscontrato E questo, anche se la Calabria versa già da molto tempo in condizioni drammatiche. Se ci venisse chiesto di candidarci? Io sono sindaco da un anno, dunque non sarebbe corretto candidarmi altrove; ma alla Causa si può dare un contributo in tanti modi... Le critiche alla Regione su trasporti e turismo? Vero, bisogna sempre fare molto di più; ma non si può prescindere dalla situazione di partenza. Quando si parla d'infrastrutture e d'impresa non posso non pensare alla Zes – osserva Ranuccio, benché tuttora al primo passo: magari questo lavoro darà i suoi frutti tra due, cinque, dieci anni, però per ottenerli bisogna gettare le basi adesso. E la stessa operazione, a sua volta criticata, di portare i tedeschi in Calabria secondo me è sensazionale: certo, c'è stato un investimento, ma ci rendiamo conto di quanto rilevante possa risultare poi la ricaduta?».

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L'ex sindaco di Satriano Michele Drosi – neopresidente provinciale del Partito democratico di Catanzaro – tratteggia una situazione in cui «siamo davanti a quel che ci vuole per convincere. È il territorio che chiede a Mario Oliverio, sulla base di fatti verificatisi, di continuare nel suo lavoro perché sarebbe davvero un peccato interrompere un percorso che ha costruito soluzioni, ha bloccato le degenerazioni in corso negli Enti subregionali, ha messo in opera un iter per la spesa virtuosa dei Fondi Ue o i 530 milioni di euro per ristrutturare la ferrovia jonica: una posta così rilevante non si vedeva dai tempi di Camillo Benso conte di Cavour...». E ci sono anche tanti piccoli centri «Coi fondi comunitari, in carenza totale di finanziamenti ordinari, si è però consentito ai Comuni di partecipare a tanti bandi per la cultura, per i borghi, per il riequilibrio idrogeologico con una spesa non purchessia, come avvenuto in passato, ma mirata alle reali esigenze del territorio».

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Molto opportuno richiedere l'attenzione dell'assessore regionale all'Ambiente Antonella Rizzo...

Assessore, a maggior ragione lei che non è del Pd, ci elenca tre ragioni per propiziare il secondo mandato di Oliverio?
«Innanzitutto, il primo obiettivo raggiunto è la normalizzazione della Regione: non ci sono più le sovrastrutture riscontrate in precedenza, si sono eliminati o posti in liquidazione i 'carrozzoni', attivando una trasparenza vera. E poi, s'è tolta la Calabria dall'isolamento: la ferrovia non sarà più un sogno per i calabresi, e molto s'è lavorato anche per eliminare i problemi per avere l'Alta velocità anche a queste latitudini. Ancòra, l'ampliamento della '106' fino a Roseto Capo Spulico significa che la Calabria è molto più raggiungibile».

E il connubio ambiente& turismo? Sono due fronti sui quali le lamentele di vacanzieri, residenti e operatori del settore riempirebbero libri...
«Ottimo il trend in materia di turismo: abbiamo i dati fino al 30 giugno, 150mila presenze in più rispetto ai già eccezionali dello scorso anno, e registriamo in quel mese 110mila arrivi di sole persone straniere, a indicare che anche qualitativamente ci siamo rivolti a un target diverso rispetto al passato, anche perché i nostri tour operator hanno offerto strutture con servizi migliori rispetto ad anni precedenti. Se poi parliamo d'ambiente, non possiamo che descrivere un enorme balzo in avanti compiuto dalla Calabria. Abbiamo ormai superato il 50% di raccolta differenziata dei rifiuti, con una performance doppia rispetto allo scorso anno: best practice e sensibilizzazione, i sindaci hanno risposto alla grande e noi abbiamo contribuito dal punto di vista economico affinché i Comuni potessero affrontare con serenità questo problema. E il 98% del nostro mare è di qualità medioalta, con punte d'eccellenza che superano il 70%: alcune piccole criticità esistono, è vero, ma come per i migranti è enorme la 'percezione' del problema, che in realtà rimane assolutamente molto circoscritto... noi calabresi, questa è la verità, siamo sempre pronti a lamentarci e a evidenziare le cose negative: invece occorre dare fiducia a un Governo regionale che ha dimostrato di lavorare, e di lavorare bene».

Appunto per la sua appartenenza politica a Leu, a maggior ragione bisogna chiederle: ma alle Regionali quale formazione avrebbe più chances di vittoria? Solo forze civiche? Centrosinistra 'largo'? Il Pd e chi ci sta?
«Per me, la coalizione di centrosinistra più ampia possibile. Un centrosinistra che debba essere unito, guardare e aprirsi anche alla società civile, all'associazionismo, a quel cattolicesimo democratico che è stato un po' trascurato e invece ha esigenze fondamentali...».

...Detto in altre parole: per vincere, recuperare anche al Centro?
«Recuperare anche al Centro, e recuperarlo avendo un progetto ben preciso in testa: far sì che i calabresi possano 'fare rete'. Forse questo è uno di quei momenti che, in Calabria, dobbiamo assai migliorare: ancòra non siamo disponibili a stare assieme l'uno con l'altro. E invece l'apertura a un mondo molto diverso, anche giovanile, decisamente non politicizzato può essere l'arma vincente».

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Invece è ovvio che, incontrando il delegato regionale alla Sanità Franco Pacenza, il discorso scivoli sul tema di sua specifica competenza.

Che dire, Pacenza, sul negletto fronte-Sanità? Molti calabresi, guardando a Mario Oliverio, l'hanno vissuta come uno scontro per meri motivi di ruolo...
«Visto che ci si appresta a un consuntivo di legislatura, visto che mancano 15 mesi, anche se in una legislatura rappresentano un tempo ancòra congruo..., va detto che qualcosa d'inedito è accaduto: un Governatore eletto con un significativo mandato popolare, almeno fin qui, non ha avuto funzioni di governo sul 'tavolo' più delicato e importante delle competenze di mano regionale, non su una parte marginale. Eppure, era stato rimosso anche il vincolo legislativo che impediva che un Presidente fosse designato commissario: ma neanche questo ha prodotto conseguenze».

Giusto. Ma dalle 'ingessature di cartone' di Reggio Calabria al medico che pensa bene di pulire le seppie dentro l'ospedale territoriale di Praia a Mare, esistono o no responsabilità dei top manager? E non sono forse nominati dalla Regione? L'arcivescovo di Reggio Calabria monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, nel chiedere la fine del commissariamento in Sanità, con uguale asprezza ha sottolineato come le prestazioni erogate in Calabria non siano certo all'altezza...
«Io ringrazio di cuore monsignor Morosini, che ha suggerito proposte di grande valore e buonsenso, da buon amministratore di sistema. Le spiacevoli situazioni che ha citato testimoniano che, nel sistema sanitario calabrese, c'è ancòra tanto da bonificare; e questo è ancor più grave se si considera che contiamo 9 anni di Piano di rientro e dunque di un commissariamento che doveva ovviare alle nefandezze della politica... I dg sono nominati dalla Presidenza della Giunta regionale, è vero; ma, altra stortura, operano sulla base degli input del commissario. E poi se il commissario governativo nel recente Piano delle assunzioni prevede l'assunzioni d'accalappiacani e non di medici specialisti, che c'entrano i top manager?».

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Tanti poi gli interventi al 'T Hotel' di Feroleto Antico, alcuni già citati sempre sulle colonne digitali di ilDispaccio.it: primi anche cronologicamente quelli del sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, del primo cittadino di San Marco Argentano (significativo centro del Cosentino) Virginia Mariotti e del sindaco di Soverato Ernesto Francesco Alecci. La già citata rilevanza di Reggio Calabria sullo scacchiere regionale è stata comunque avallata anche dall'intervento conclusivo di Mario Oliverio, che ha ricordato «quanti passi avanti siano stati compiuti a Reggio, dove solo pochi anni fa, entrando, si veniva accolti da cumuli, da montagne di spazzatura».

Naturalmente molte altre cose, dal pianeta imprenditoriale alla Sanità al fronte universitario (non ultime le borse di studio «che, oggi, raggiungono il 100% degli aventi diritto meritevoli») al turismo, sono state ricordate da Oliverio, che ha rivendicato come si stia «lavorando per costruire la nuova Regione. Perché abbiamo demolito casematte, mulini distruttori di risorse... le Fondazioni, gli Enti subregionali li abbiamo messi in gran parte in liquidazioni, li abbiamo chiusi. Abbiamo chiuso cioè quello che era il Pianeta di un sistema di potere che determinava distruzione di risorse, clientele e sprechi; sempre quando non s'infiltrava in quei gangli la corruzione». E ancòra, tutto questo è stato fatto «con uno sforzo per far avanzare una visione unitaria. L'abbiamo fatto contro i localismi, contro le contrapposizioni: Reggio contro Catanzaro, Catanzaro contro Cosenza, un Comune contro l'altro, un territorio contro l'altro... Perché l'abbiamo detto dall'inizio: la Calabria cresce tutta insieme, o deperisce tutta insieme. E questa non è una parola d'ordine: questo produce conseguenze, perché un aeroporto quando si ammoderna serve un territorio, perché una ferrovia quando si potenzia serve un territorio, perché quando cresce il turismo cresce la Calabria».

Inevitabile, nell'articolato intervento, un riferimento a un crinale più strettamente politico. «In un momento confuso come questo, quando i populismi hanno il vento in poppa, sarebbe molto più comodo dire: ci troviamo un posto al sole... Talvolta – così Oliverio –, quando ci si trova a conclusione di una giornata in cui i falchi tendono a mistificare la realtà, utilizzando anche la falsità, a stravolgere la realtà, sarebbe opportuno trovare una soluzione più 'comoda'. Molti dicono: Oliverio potrebbe candidarsi alle Europee: chi glielo nega, un posto da europarlamentare? Stare un po' lontano dalla pressione dell'emergenza, dalle sofferenze che quotidianamente esprime una comunità come la nostra... Ma un'iniziativa come questa, una richiesta forte del rapporto col territorio, con le preoccupazioni di non involvere, di non tornare indietro, di spingere ancòra in avanti quest'impegno è motivo d'incoraggiamento: è importante che il progetto di cambiamento portato avanti venga supportato perché compreso in profondità».

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