106 vittime in 5 anni, costi sociali per 160 milioni: i tragici numeri della SS106 in Calabria

Ormai da anni l'Associazione "Basta Vittime Sulla Strada Statale 106" presieduta dall'ing. Fabio Pugliese, si batte per l'ammodernamento della S.S.106 e per sollecitare interventi urgenti di messa in sicurezza di un'arteria tra le più pericolose d'Italia e che taglia tutta la Calabria per circa 415 Km: la Statale Jonica è tristemente nota come "strada della morte".

"Quest'attività di sensibilizzazione delle istituzioni e di presa di coscienza della grave problematica – si legge in una nota dell'associazione – tuttavia, non è svolta in modo "estemporaneo" ma metodico e altamente qualificato. L'Associazione, oltre ad essere sostenuta da migliaia di calabresi e non solo, e a poter contare su tantissimi volontari iscritti, si è dotata di un Centro Analisi e Ricerca e di un Comitato Scientifico, nella consapevolezza che la conoscenza dei dati e delle dinamiche del fenomeno rappresenti un elemento fondamentale per poter intervenire con maggior efficacia sui fattori e le situazioni di maggiore rischio.

In quest'ottica si inquadra il progetto e la predisposizione del Rapporto assolutamente innovativo e unico, almeno per la Calabria, presentato ieri a Catanzaro e che costituisce un prezioso strumento per tutti gli Enti preposti alla gestione e alla sicurezza della S. S. 106 e che peraltro si rivela anche più completo ed esaustivo delle fonti ufficiali come l'Istat che, com'è noto, non considera i morti oltre il trentesimo giorno dal sinistro.

L'elaborato, invece, non solo conta tutte le vittime, ma le ricorda anche per nome e cognome perché dietro a ognuno di questi incidenti mortali non ci sono solo nude cifre ma tragedie personali e familiari, ci sono volti, vite e sogni spezzati. Come quella di Grazia Cittadino, appena sei anni, la più giovane delle ben 106 vittime – ironia del destino – registrate sulla 106 nel quinquennio 2013-2017: un numero enorme, 21 di media ogni anno (quasi due al mese), con un picco di 32 nel 2016.

Quanto alla distribuzione territoriale, 24 (il 23%) sono le morti nella provincia di Catanzaro, dove la Statale si estende per 76 km, 33 (il 31%) in quella di Cosenza, che conta un'estensione della 106 per 113 km, 20 (il 19%) nella provincia di Crotone, dove la strada corre per 84 km, e infine 29 (il 27%) nel Reggino, la provincia maggiormente attraversata dalla S.S. (per 132 km).

I tratti più pericolosi, caratterizzati dalla più alta mortalità, identificati con il bollino rosso, e quindi quelli dove urgono i principali interventi di messa in sicurezza, sono risultati quello da Trebisacce a Corigliano Rossano (28 vittime), quello da Cirò Marina a Isola Capo Rizzuto (20), quello da Catanzaro a Guardavalle (20) e quello da Reggio Calabria a Portignola (23).

Il rapporto analizza anche la distribuzione delle vittime per sesso (77 uomini, 29 donne) e per età: il 36% ha tra 0 e 34 anni e il 27% tra i 35 e i 55, per cui si può concludere che a perdere la vita sulla "strada della morte" in Calabria sono per lo più persone giovani. Ci si sofferma anche sui periodi dell'anno più esposti agli incidenti mortali e quest'analisi conferma che i mesi più a rischio sono quelli estivi: si muore di più in agosto (20 vittime) e luglio (16), e dunque nella stagione estiva che coincide con un aumento del traffico dovuto ai turisti e agli immigrati che tornano nella loro terra d'origine per le vacanze.

Infine, l'associazione, utilizzando metodi di calcolo ufficiali del Ministero delle Infrastrutture, ha voluto anche calcolare il costo sociale totale legato a questi 106 decessi in cinque anni, che risulta pari a qualcosa come 159 milioni e 422mila 940 euro: una cifra imponente, più del triplo dei 50 milioni di euro scarsi spesi dall'Anas per interventi sulla Statale nel quinquennio in esame.

--banner--

L'Associazione "Basta Vittime Sulla Strada Statale 106", infine, ringrazia gli oltre 5.000 cittadini che hanno deciso di prenotare gratuitamente il Rapporto sul sito www.rapportovittime106.it e che ne hanno ricevuto copia via e-mail in formato .pdf, tutti gli organi di informazione della Calabria che hanno dedicato spazio a questo importante e significativo documento che – proprio oggi – in condizioni meteo estreme, concorre a far comprendere ancora di più, l'inadeguatezza di una strada statale indegna di un Paese che si dice civile.

L'Associazione è convinta e vuole sperare che il Primo Rapporto sugli Incidenti Stradali Mortali possa finalmente rappresentare una base di conoscenza che sia capace di favorire una nuova coscienza nell'intera comunità calabrese e, soprattutto, italiana".