Offese al Garante Nazionale dei detenuti, la solidarietà del Sidipe

Il Si.Di.Pe., sindacato maggiormente rappresentativo dei Dirigenti Penitenziari, interpretando anche i sentimenti di tutti i Dirigenti, esprime al Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Prof. Mauro Palma, "la propria solidarietà per le ignobili offese e le gravi minacce perpetrate nei giorni scorsi a suo danno sulla pagina sulla pagina Facebook della rivista "Polizia Penitenziaria – Società, Giustizia & Sicurezza" a seguito della sua relazione relativa al 41-bis O.P.. Si può anche non essere d'accordo con il Garante ma è assolutamente inaccettabile che possa essere destinatario di insulti e minacce per aver espresso, nell'esercizio del proprio incarico istituzionale, le proprie valutazioni sul 41-bis . Espressioni come "Ma vaffanculo delinquente legalizzato", "Lui dovrebbe andare al 41 ter", "garante di delinquenti", "Sei un fango", "anche tu che li difendi dovresti essere chiuso", "Vai a cagare stronzo", "Buffone vatti a buttare da uno strapiombo, cretino", "Prendete questo garante e mettetelo una settimana in mezzo a queste persone", "Vai a lavorare come si deve", "Pancio Villa per i delinquenti", "Ma perché non ti fai ammazzare coglione", "Ma chi cazzo lo a messo questo stupido", "Ma vai a cagare garante dei miei stivali", "Ma che vada in Africa anche lui", "Mettete al 41bis il garante", "Non mi stupirei se si scoprisse che è stipendiato da qualche mafia", "Ammazzati indegno", "Spero ti ammazzino un figlio", "Questo garante parassita è molto pericoloso", "fai solo pena....vomitevole che nessuno prenda provvedimenti... verso un soggetto così vomitevole", "Ma chi cazzo si crede di essere questo camoscio", "vergognosamente schifoso... non è che è pure garante della mafia?", sono parole gravi e inammissibili per la loro inaudita violenza verbale nei confronti di un soggetto istituzionale e lo sarebbero ancor più se fosse accertato che provengono da operatori di polizia penitenziaria il cui mandato professionale è quello di garantire che l'esecuzione delle pene detentive e delle altre misure restrittive della libertà personale avvenga sempre nel pieno rispetto della Costituzione e dell'ordinamento penitenziario".

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"Per questa ragione tali espressioni, pur provenendo da una minoranza, per un verso offendono i principi democratici del nostro Paese, quei principi che pure hanno determinato l'istituzione del Garante, e per altro verso offendono anche l'assoluta maggioranza degli operatori penitenziari, compresi quelli di polizia penitenziaria, che quotidianamente e con profondo spirito di sacrificio ed inarrestabile abnegazione operano nelle carceri per assicurare che in esse regnino l'ordine e la sicurezza nel rispetto più assoluto della dignità umana, nonostante le enormi difficoltà, i pesanti rischi e la scarsità di risorse".

Per questa ragione il Si.Di.Pe. nel rinnovare la propria solidarietà al Garante auspica "che i responsabili siano identificati e sanzionati".