Sessanta amministratori calabresi alla Camera per discutere de “Lo stato dei beni Comuni"

"L'eccessiva burocrazia, i troppi vincoli ed adempimenti imposti dalle norme, unitamente alla scarsità di risorse e di personale, tanto dal punto di vista qualitativo che quantitativo, rende molto difficile portare avanti un impegno così importante per la vita delle comunità come quello del Sindaco. E se ciò vale per il governo delle Città in generale diventa ancora più evidente ed anzi drammatico per i piccoli comuni che rappresentano al tempo stesso la maggior parte delle autonomie locali del nostro Paese e, oggi, il punto più fragile della rete istituzionale e della stessa rappresentanza democratica.
È quanto dichiara il Presidente di ANCI Calabria Gianluca Callipo che, partecipando stamani (venerdì 22 febbraio) all'evento "Lo stato dei beni comuni", nell'Aula della Camera dei deputati alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del presidente dell'ANCI Antonio Decaro ha raccolto e fatto proprio il grido di allarme lanciato, tra gli altri, dal sindaco di Ceignale (PC) Massimo Castelli e quello del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.
Quest'ultimo, nel suo ruolo anche di delegato nazionale di ANCI e Presidente della Fondazione Patrimonio Comune (che si occupa proprio del tema dei beni comuni), ha evidenziato inoltre la necessità di investire attenzione e risorse sul valore della bellezza delle nostre città, da intendere appunto come bene comune e strumento unificante e stimolante la partecipazione e la cittadinanza attive nelle nostre comunità, oggi minata da diversi fattori.

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"Verso la (ri)costruzione della 'citta'-bene comune' - ha detto Occhiuto - dobbiamo tendere oggi, riqualificando gli spazi liberi aperti, lavorando sui sistemi di mobilita', impegnandoci contro l'inquinamento e contro il consumo del suolo, attuando processi di rigenerazione urbana, di riqualificazione, di recupero delle parti antiche. Ma occorre anche stringere un patto duraturo con i cittadini, in un cammino collettivo di condivisione che nel contempo e' un percorso di formazione della coscienza civica e civile. Affinche' i beni comuni non vengano mai visti come una modalita' di occupazione che nasconde fini e interessi personali o di gruppi politici. Noi, a Cosenza, abbiamo per esempio realizzato progetti condivisi affidando consistenti aree comunali per orti urbani solidali a persone avanti con l'eta', e avviato progetti di autorecupero e di gestione di spazi comunali destinandoli ad attivita' sociali e culturali. Non si tratta solo quindi di adempimenti a carattere procedurale ma dello specchio effettivo di una crescita educativa". "Chiudo - ha detto ancora Occhiuto - con una proposta, tra ottimismo e qualche dubbio: riusciremo a tenere in piedi questa collaborazione con i cittadini ed a far germogliare la mentalita' che il 'bene comune' e' la citta' stessa? Noi sindaci dobbiamo sforzarci per far comprendere ai cittadini che le citta' non sono perfette perche' rispecchiano la vita delle persone che le abitano, e le persone non sono perfette. All'interno delle citta' troveremo sempre qualche situazione di degrado ambientale o di emarginazione sociale. Ma ci sono citta' che migliorano e citta' che peggiorano. E quelle che migliorano non solo rendono i luoghi piu' vivibili ma soprattutto rendono piu' felici i cittadini. Attuare un cambiamento in positivo, vuol dire trovare la forza di parlare di bellezza e sostenibilita' e non solo di utilita' o di funzioni. In questa direzione, ne sono convinto, e' necessario tenere in piedi il confronto".
Circa 60 i Sindaci e amministratori calabresi che hanno partecipato a questa importante occasione di confronto tra rappresentanti degli enti locali ed i vertici delle istituzioni nazionali.
"Particolare importanza – conclude Callipo – è stata rivolta al tema della rivitalizzazione e rigenerazione dei borghi che non soltanto sono uno dei beni comuni più importanti, perché custodiscono e tramandano lo spirito dei luoghi ed il patrimonio di memoria identitaria e collettiva ma che rappresentano oggi, nel mercato globale dei turismi, ciò che l'Italia dei cosiddetti centri minori ha di più bello, attrattivo e competitivo".