Lorenzo Sibio è il nuovo presidente di Legacoop Calabria

Lorenzo SibioEletto all'unanimità, al termine dei lavori congressuali appena conclusi al Grand Hotel Paradiso, il nuovo presidente di Legacoop Calabria. Si tratta di Lorenzo Sibio, che succede così ad Angela Robbe. Sibio sarà affiancato da due vice presidenti, Claudio Liotti e Maurizio De Luca, e da una direzione di 46 componenti. "L'emozione è grande così come forte è la responsabilità che sento nell'assumere una carica importante per la nostra associazione, in una fase economica molto difficile come quella attuale – ha esordito il neo presidente -. Lavorerà a stretto contatto con tutti voi sapendo che nel mio impegno potrò contare sul contributo di tutti i cooperatori che ogni giorno fanno delle nostre imprese qualcosa di unico e importante per migliorare il nostro territorio e assicurare lavoro di qualità e reddito a tante famiglioe. Ho abbastanza chiaro il ruolo che mi aspetta e il dovere di dover tutelare, rappresentare e valorizzazione questo nostro patrimonio fatto soprattutto di relazioni umane. Da parte mia vorrei solo offrire alla nostra assemblea una riflessione comune. Sono pienamente consapevole che questo mandato si presenta difficile e impegnativo, la situazione economica attuale presenta molti problemi e di diversa natura. Questo però serve a darci ancora maggiore slancio. Siamo in un Paese con profonde trasformazioni in atto che impongono alla cooperazione di farsi carco elle risposte possibili, in una chiave democratica, partecipativa e solidaristica. O la cooperazione saprà essere parte della risposta al problema o diventerà essa stessa una parte del problema. Questo cammino in Calabria l'abbiamo già intrapreso. In questi anni ci siamo opposti fermamente e fieramente a chi minacciava il movimento cooperativo e i suoi principi cardini, lo stiamo continuando a fare opponendoci a tutte le logiche che immobilizzano i processi di crescita e sviluppo di questo territorio. Penso alla nostra posizione rispetto la riforma del welfare così come ai temi caldi dell'accoglienza, della legalità, della gestione dei beni confiscati, delle false cooperative, dell'innovazione, dell'avvicinamento delle giovani generazioni al modello dell'impresa cooperativa. Ho ascoltato tutti gli interventi al congresso. Vi ringrazio del prezioso contributo, ne faccio tesoro, sono fonte di approfondimento e stimoli utili alla stesura della nostra traccia di lavoro per questo mandato. Nelle assemblee territoriali è stato detto quale associazione vogliamo: abbiamo detto cosa vogliamo fare e come vogliamo farlo. Vorrei aggiungere infine perché vogliamo farlo: un perché che ha a che fare con la dedizione, vorrei dire con l'amore, che spinge ciascuno di voi a essere qua, oggi, e a dedicare una parte delle vostre energie e della vostra vita al modello cooperativo. Il successo di un modello – ha detto ancora Sibio -, quello cooperativo, che nei territori ha saputo adattarsi, proporsi e gestire il giorno per giorno avendo davanti sempre una visione che va in là del tempo, dove ognuno fa la sua parte. Costruendo e facendo squadra con le istituzioni, pubbliche e private, le associazioni d'impresa e i sindacati. La proposta che faccio oggi a questa direzione è di eleggere, accanto alla mia persona, un ufficio di presidenza, che sia la presidenza esecutiva, con due vicepresidenti Claudio Liotti e Maurizio De Luca. Entrambi insieme a me lavoreranno per avviare il lavoro di ristrutturazione dell'organizzazione". E il primo intervento di Sibio presidente si conclude nel commosso ricordo di Quirino Ledda, storico dirigente e guida della cooperazione sociale scomparso nel 2015, al quale va un ringraziamento "per quei valori quali la passione, l'impegno, la lealtà, l'abnegazione che in tanti anni di amicizia e collaborazione è riuscito a trasmettermi".

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In mattinata, alla fine die lavori del congresso, era intervenuto anche il presidente nazionale di Legacoop Mario Lusetti: "Ringraziamo il presidente Oliverio per la costante attenzione alla nostra azione e per la costante vicinanza, anche troppa avendoci portato via Angela Robbe".
"Non esiste ripresa economica e sociale del Paese che non coinvolga il Mezzogiorno, è illusorio – afferma ancora Lusetti - che qualche Regione possa fare da locomotiva, nel senso che ci sono Regioni del Centro Nord che pensano di andare da sole ma in realtà non vanno da nessuna parte da sole. Nell'economia globale o il Paese recupera nel suo complesso una dimensione economica e sociale o si fanno solo chiacchiere, che magari servono a qualcuno ma non a far recuperare al Paese né la credibilità né il suo ruolo nell'Europa occidentale. Siamo fermamente convinti che una reale politica che veda al centro il lavoro non può non partire dalla creazione della rete sociale, che siano le infrastrutture legate alla scuola a tutti i livelli o alla sanità o al sostegno alle imprese. Il lavoro stabile e qualificato nasce in un contesto in cui questa rete di infrastrutture sociali viene considerata importate alla stessa stregua delle infrastrutture materiali. In questo senso il valore della cooperazione, che è un pezzo importante in Calabria e nel Paese, viene esaltato nel suo ruolo di baluardo di legalità. Siamo uno dei pochi luoghi in cui si raggiunge l'obiettivo del benessere e del miglioramento della qualità della vita e in cui si fa esercizio di democrazia vera e partecipata, e non delegata". Il punto di partenza, insomma, per il presidente nazionale di Legacoop è "la riaffermazione piena del ruolo della cooperazione come baluardo della legalità e della democrazia in una terra come la Calabria è un elemento fondamentale".
Il presidente Lusetti ha partecipato anche alla seconda tavola rotonda della mattina di lavori congressuali, quella dedicata al tema della "Impresa cooperativa, sviluppo economico e coesione sociale", alla quale hanno partecipato anche il vice presidente Legacoop, Lorenzo Sibio, il segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato; il presidente di Confcooperative Calabria, Camillo Nola e Antonino Zumbo, presidente regionale della Società di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo. La cooperazione si presenta come "volano di sviluppo" e tiene rispetto alle altre imprese. "Il sistema di impresa cooperativa rispetto al resto ha aumentato di circa 30 mila occupati, con un incremento del 9 per cento, in contro tendenza rispetto al resto dei settori imprenditorali – spiega Sibio – e in Calabria siamo in linea con questo trend positivo. Un altro elemento che emerge da una recente indagine è il fatto che l'occupazione al sud viene attratta dal modello cooperativo e sono nati molte imprese specie nel settore socialee nell'agroalimentare, una su due ha direzione al femminile". Secondo Sibio, ancora "va rivista la legge sulla cooperazione, ha capisaldi validi come principi ma va arricchita e adeguata ai tempi e alle nuove forme di operative nate di recente, come quello di comunità e sui beni confiscati, auspichiamo che si faccia in questa legislatura con un vero e proprio testo unico".
Secondo Camillo Nola, "sono due i requisiti fondamentali per lo sviluppo, il senso della cultura civica e un forte pluralismo sociale e politico: in questo contesto si innesta la cooperazione, nel senso che è necessario costruire infrastrutture sociali che consentano di attrarre investimenti, su questo in Calabria ci sono ancora complicazioni, per questo dobbiamo sollecitare le istituzioni, perché la Calabria e il Mezzogiorno hanno bisogno della cooperazione". Per Nino Zumbo, "le mutue stanno tornando a svolgere un ruolo importante di coesione sociale e di solidarietà, anche in tema di sanità, perché lo Stato vacilla e perché ormai si è capito che il mercato non solo non risolve nulla, se non regolato, ma aggrava le difficoltà per i più deboli. La mutua è fondamentale, perché svolge un ruolo anti-ciclico, anche se si stenta ancora ad avere un dialogo con le istituzioni e a fare rete sul territorio: è questo l'impegno che si può prendere in questa sede, perché si deve ancora migliorare la coesione sociale".
Tocca al segretario della Cgil, Angelo Sposato, tirare le somme invocando il "dialogo sociale tra imprese cooperative e sindacati. Questo deve essere punto di partenza in una regione come la nostra". Per questo al presidente della Regione Oliverio chiede "l'apertura del tavolo del Patto per la Calabria, mettendo al tavolo imprese, sindacati, istituzioni, mondo della cooperazione. E' evidente che scontiamo dei ritardi prima di tutto culturali che ha visto ritardi strutturali nella cooperazione, oltre che ritardi normativi. Sarebbe opportuno prima del Consiglio dei ministri in Calabria fare un punto proponendo p un Piano di priorità di fine legislatura per individuare un rapporto solido di partenariato. Non serve lo scontro istituzionale, come è successo per la sanità. Ma serve – conclude Sposato - un pacchetto di priorità concertato".