Nicolò (FdI): “Scippo ai danni della Calabria con l’istituzione di un’Autorità portuale dello Stretto con sede a Messina”

"Ci sono voluti ben otto mesi, ma alla fine anche la Giunta regionale di Mario Oliverio s'è accorta della fondatezza del mio allarme lanciato a settembre sul vero e proprio 'scippo' ai danni della Calabria compiuto dal Governo Conte e nella fattispecie dal Ministro Toninelli, con l'istituzione di un'Autorità portuale dello Stretto con sede a Messina che ha inglobato gli scali di Reggio Calabria e Villa San Giovanni". Lo afferma il Consigliere regionale Alessandro Nicolò, prendendo atto dei contenuti del ricorso alla Corte Costituzionale presentato dalla Regione Calabria contro l'accorpamento con Messina dei porti di Reggio e Villa nell' Autorità portuale dello Stretto.

Nicolò pone l'accento sulla fondatezza della sua denuncia ufficializzata nei primi di settembre 2018: "L'impugnativa presentata alla Consulta dagli avvocati incaricati dalla giunta Oliverio – sottolinea l'esponente politico diFdI– ricalca sul piano giuridico la sostanza della mia presa di posizione resa nota il 10 settembre scorso. Avevo, infatti, sollevato una questione sia di forma che di sostanza. Da una parte rilevando che la decisione del Governo di Roma era stata assunta passando sulla testa della Regione e senza un minimo ascolto dei territori e delle rappresentanze istituzionali. Dall'altra attaccando i contenuti di un provvedimento che ha provocato lo smembramento del sistema portuale calabrese che vedeva da tempo in Gioia Tauro la struttura di riferimento ed ha minato l'area Zes (Zona economica speciale) attorno a Gioia Tauro, escludendo i porti di Villa San Giovanni e Reggio Calabria dai benefici della Zes, con gravissime ricadute sulle attività commerciali e imprenditoriali che avrebbero, invece, ricevuto impulso dallo status speciale".

"Non mi resta che auspicare – conclude l'On. Nicolò – che, sia pure dopo tanti mesi, l'impugnativa proposta dagli avvocati Cerulli Irelli e Festa possa essere discussa già a giugno dalla Corte costituzionale col risultato di cancellare gli evidenti vizi costituzionali del provvedimento governativo, consentendo che la Calabria riprenda la gestione di due porti particolarmente rilevanti nell'economia dell'intera regione, anche riferimento alle prospettive di sviluppo del turismo".

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