Regionali, il tour di Occhiuto e chi “rema contro” in Forza Italia. L’Udc va con Nisticò e Mauro, Talarico: “Lista già pronta al 70%”

occhiutomario30dicdi Mario Meliadò -  Quale la situazione politica in vista delle Regionali calabresi, nell'afa di uno dei mesi d'agosto politicamente più intensi e appassionati degli ultimi 10-15 anni? Vediamo.

FORZA ITALIA

Partiamo da un dato strettamente regionale: come farebbe – anche ove volesse – il vicesindaco di un'importante città calabrese, rimanendo tale, a non avallare la candidatura a Presidente della Regione della personalità politica che è il sindaco della stessa città? Questo è proprio il caso, che tante volte ha fatto sbuffare qualcuno all'interno di Forza Italia..., della coordinatrice regionale azzurra e deputata Jole Santelli, che difende a spada tratta l'autocandidatura del primo cittadino cosentino (rieletto nel giugno 2016) Mario Occhiuto.

E a dispetto di voci di qualsiasi tipo – molto gettonata quella, "lunare", secondo la quale a causa di problematiche giudiziarie (per esempio, la grana processuale che lo vede indagato per associazione a delinquere transnazionale insieme all'ex ministro dell'Ambiente Corrado Clini e tra gli altri la compagna di Clini ed ex assessore proprio all'Ambiente della giunta Occhiuto Martina Hauser: sul possibile rinvio a giudizio il giudice per l'udienza preliminare deciderà fra due mesi, il 22 ottobre) andrebbe a candidarsi quale Governatore il fratello, il deputato forzista Roberto Occhiuto –, l'architetto alla guida della città bruzia prosegue il giro per la Calabria per promuovere il suo impegno in chiave elettorale: ancòra la notte di San Lorenzo, il 10 agosto, anziché stare col naso in su a guardare le stelle cadenti era impegnato ai "Mercati Saraceni" di Cirò Marina, nel Crotonese. Lo spirito è quello di un post pubblicato su Facebook pochi giorni fa proprio da Roberto (!) Occhiuto: «Vedremo se i calabresi vogliono tenersi Gentile, Guccione, Morra e i loro somiglianti». Tra i convinti sostenitori della candidatura-Occhiuto il deputato reggino Ciccio Cannizzaro, il senatore vibonese Peppe Mangialavori e il responsabile provinciale dei berlusconiani a Catanzaro, il consigliere regionale Mimmo Tallini.

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Certo dentro Fi non manca chi sta lavorando a ipotesi radicalmente alternative: fra questi, ci sono proprio due catanzaresi. Intanto, il quattro-volte-quattro sindaco del capoluogo calabrese Sergio Abramo, pronto a seguire il Governatore ligure Giovanni Toti e la sua ansia di rinnovamento (varrà anche per Palazzo de Nobili?) fuori da Forza Italia. E poi, ovvio, l'ex senatore nativo di Ardore Piero Aiello che, nel definire «inidonea» la candidatura di Occhiuto, da tempo chiede le Primarie in seno al centrodestra e comunque dentro Forza Italia: non per caso, la linea precisa precisa espressa da esponenti azzurri come Mara Carfagna e soprattutto Toti per sfuggire a un certo "dirigismo" sgradito ad Aiello & C., specie in tema di candidature. A proposito di Giovanni Toti, al movimento Cambiamo! potrebbero aderire pure i fratelli cosentini Pino e Antonio Gentile, da sempre nella disponibilità di un formidabile serbatoio di suffragi; però c'è da muoversi con prudenza, visto che Silvio Berlusconi ha già fatto sapere che chi aderisce al movimento si colloca automaticamente fuori da Forza Italia. Naturalmente, sul posizionamento dei Gentile è difficile non influisca poi un altro, storico parametro: la "guerra dolce" (e neanche tanto) che da sempre li vede contrapposti proprio a un'altra coppia di fratelli egemoni sulla scena politica cosentina, per l'appunto gli Occhiuto. Ultimo episodio, nel 2013 "ma sembra ieri", l'estromissione di Katya Gentile dalla Giunta comunale cosentina di cui era vicesindaco.

FRATELLI D'ITALIA

Dire che per il partito di Giorgia Meloni in Calabria è tempo d'impasse, è poco. L'ex ministro alle Politiche giovanili non ha gradito affatto che nel giro di pochi mesi prima venisse salutato con tutti gli onori nel partito e poi fosse da molti caldeggiata la discesa in campo come candidato sindaco di Reggio Calabria del capogruppo a Palazzo Campanella Sandro Nicolò, poi arrestato nel contesto dell'operazione "Libro nero" ai danni del clan Libri. Eppure, la stessa Meloni aveva fatto il nome di Nicolò (e del consigliere comunale Massimo Ripepi) rispetto alla scalata a Palazzo San Giorgio...

Adesso, per il territorio metropolitano reggino le redini di Fdi stanno in mano al papà della "legge Cirielli", il questore della Camera e presidente della Direzione nazionale del partito Edmondo Cirielli, colonnello dei Carabinieri già commissario regionale di Fratelli d'Italia nella vicina Basilicata. Ma il punto vero sta in quanto il "passo falso" compiuto sul fronte giudiziario con l'ingresso di Nicolò in un partito che vuol dirsi legalitario come Fdi inciderà sul potentissimo frutto politico-elettorale tutto calabrese della più ampia intesa con Direzione Italia ossia, complice la fusione/inglobamento di Direzione Italia in Fratelli d'Italia, l'arrivo di ben cinque consiglieri regionali, ossia i tre che erano passati col soggetto politico guidato dall'ex ministro e già Governatore pugliese Raffaele Fitto (l'ex presidente del Consiglio regionale Tonino Scalzo, il segretario-questore di maggioranza Peppe Neri, il presidente della Prima commissione consiliare Franco Sergio) cui andrebbero ad aggiungersi l'ex parlamentare di Forza Italia e attuale consigliere regionale cosentino Ennio Morrone e il collega vibonese di Palazzo Campanella Vincenzo Pasqua, già transitato in scioltezza dalle fila di Oliverio Presidente (lista in cui venne eletto) a quelle berlusconiane. Già a metà luglio i cinque consiglieri dovevano essere presentati ufficialmente come esponenti neomeloniani: dopo la "scottatura" rimediata con la politica calabrese, però, è difficile dire se la decisione sarà solo rinviata giusto per il tempo di far calmare le acque.

In tutto questo, le chance per la deputata catanzarese Wanda Ferro o per altri elementi calabresi d'essere indicati come candidati alla Presidenza sembrano scarse.

UDC

La situazione dei centristi vede l'Unione di centro impegnata su due fronti. Sul versante nazionale, il partito guidato in Calabria dall'ex presidente del Consiglio regionale Franco Talarico è alle prese per realizzare una nuova "casa dei moderati" che guarda però al centrodestra. Parliamo de L'altra Italia, il nuovo soggetto politico lanciato da Silvio Berlusconi. L'ex premier però ha già chiarito che L'altra Italia non va assolutamente considerato un nuovo partito, bensì una federazione delle forze politiche di vario tipo «che s'ispirano ai valori liberali e cristiani», includendovi realtà civiche e movimenti: e in questo progetto gli udiccini ci si ritrovano eccome. Punti in comune con quanto sta accadendo nella quota renziana del Pd, che giusto in queste ore ha lanciato definitivamente Azione civile? «Ma no – spiega Talarico –. Certo anche loro rivendicano la propria estrazione cristiana, però Matteo Renzi è ben caratterizzato, rispetto al Pd e a quella che è stata la proposta politica del Partito democratico non era certo un passante...».

Insomma, ad avviso dell'ex presidente del Consiglio regionale non c'è alcuna seria chance di riedizione di quel progetto che, all'ombra del "patto del Nazareno", doveva essere il Partito della Nazione incardinato su un asse Renzi/Berlusconi mai concretizzatosi e che doveva avere i centristi tra i partner più affidabili.

D'altro canto, sul crinale calabrese corre un progetto relativamente diverso: quello di una civica che correrà alle prossime Regionali, sempre nello schieramento di centrodestra, risultante di Udc, Popolari per l'Italia (il soggetto politico fondato dall'ex ministro della Difesa del governo Letta ed ex vicepresidente vicario del Parlamento europeo Mario Mauro) e del raggruppamento civico che fa capo all'ex presidente della Regione Pino Nisticò (che in cima ai propri obiettivi programmatici pone la realizzazione del progetto Calabria-Silicon Valley). Tutto è nato dall'intesa siglata tra Nisticò e il leader nazionale udiccino Lorenzo Cesa nel maggio scorso per una civica che recasse nel simbolo il nome di Nisticò e il logo dell'Unione di centro, lista ovviamente ben felice d'implementare tutte le sensibilità affini che intendano via via aggiungersi. Il nome della lista potrebbe essere qualcosa di simile a "Progetto Calabria" (nomi di questo tipo sono stati utilizzati per vari soggetti politici, non ultimo quello a forte imprinting accademico che nel 2004, alle prime Primarie mai organizzate in Italia dal centrosinistra e cioè quelle per designare il candidato Governatore alle Regionali dell'anno successivo, schierò il rettore dell'Unical Giovanni Latorre). «La lista è già pronta al 70% – fa sapere Franco Talarico –, nelle prossime settimane la presenteremo ufficialmente».