Stabilizzazioni di fine mandato, Bova interroga Oliverio

Con una lettera ufficiale indirizzata al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio, Arturo Bova, consigliere regionale di Articolo 1 e presidente della Commissione regionale contro il fenomeno della 'ndrangheta, della corruzione e dell'illegalità diffusa ha chiesto chiarimenti ufficiali in merito alle procedure avviate dall'Ente regionale per la stabilizzazione di alcuni lavoratori ex art. 20, comma 2, d.lgs n. 75/2017.

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Il documento protocollato nella giornata di venerdì intende accertare «quali controlli siano stati effettuati sulle autocertificazioni ricognitive» inviate dagli interessati (809) a cui – come da avviso del Dipartimento "Organizzazione e Risorse Umane" dell'8 agosto 2018 – si chiedeva di dichiarare di aver maturato almeno tre anni di contratto, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, prestato non negli uffici di diretta collaborazione con l'Organo politico, e «se soggetti attualmente titolari di incarichi di diretta collaborazione con gli organi politici della Giunta Regionale abbiano presentato autocertificazione per l'accesso alle procedure di stabilizzazione». «Sulla materia – aggiunge Bova in una nota trasmessa alla stampa – la Riforma Madia appare abbastanza chiara e prevede che nelle procedure concorsuali pubbliche di meccanismi di valutazione finalizzati a valorizzare l'esperienza professionale acquisita da coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile con le amministrazioni pubbliche siano esclusi in ogni caso i titolari di incarichi con uffici di diretta collaborazione degli organi politici. Quindi, qualora tra le autocertificazioni prodotte, ci fossero quelle di lavoratori che abbiano maturato i tre anni di esperienza come titolari di incarichi di diretta collaborazione con gli organi politici, questi non potranno rientrare nella platea di lavoratori che abbiano diritto alla stabilizzazione». «Su questo tema, ancor di più a pochi mesi dalle elezioni, ritengo che ci sia la stringente necessità di avere estrema chiarezza e trasparenza da parte del Governatore, onde fugare anche il più piccolo dubbio sulla correttezza delle procedure concorsuali. È giusto riconoscere un diritto a chi lo ha maturato, ancor più giusto è farlo senza che ci siano ombre o perplessità sulla correttezza delle procedure per tale riconoscimento», ha concluso Bova.