“Diserteremo l’assemblea nazionale Pd di Bologna”

"Cari,

È da mesi che abbiamo chiesto, in ogni forma e in ogni modo, un confronto e una discussione larga e democratica sulle prossime elezioni regionali in Calabria.

Con stupefazione, invece, abbiamo dovuto assistere ad un articolo di stampa in cui si è fatto veicolare (senza alcuna altra evidenza pubblica) un sondaggio SWG (sembrerebbe commissionato dal PD nazionale) mirato ad azzoppare (senza alcun senso politico) una esperienza di governo regionale guidata da un Presidente dirigente dello stesso Partito Democratico.

Se fosse vera questa notizia ci chiediamo con sgomento: è questa la cifra del livello raggiunto nella dialettica e nella lotta politica interna che si conduce nel PD?

Mai si era visto in oltre 70 anni di Repubblica un partito che commissiona sondaggi per fare epurazione e abbattere rappresentanti istituzionali del proprio stesso partito".

Lo scrivono a Nicola Zingaretti (Segretario nazionale Pd) e a Paolo Gentiloni (Presidente nazionale Pd) i componenti della Assemblea nazionale Domenico Fortugno, Angela Martino, Carmen Latella, Maria Canduci, Luigi Guglielmelli, Eleonora Ienaro, Carmine Quercia , Pino Capalbo, Enzo Bruno e Simona Mancuso.

"Un sondaggio – aggiungono – di cui ad oggi non si conoscono nè metodologia, nè target, nè rappresentatività e pertanto come tale non può essere commentato dal momento che non emergono intenzioni di voto, non ci sono candidati che competono e non c'è l'indicazione temporale della rilevazione.

Eppure, avevamo avuto ben altrerassicurazioni dai rappresentanti della Segreteria nazionale del partito sui modi e i metodi attraverso cui si sarebbe dovuta organizzare la fase preparatoria delle elezioni in Calabria.

Nello scorso mese di Luglio in una grande e partecipata assemblea, il Vice-Segretario nazionale Andrea Orlando, nel suo intervento conclusivo, affermò che sarebbe stata aperta una riflessione sulla nostra esperienza di governo in Calabria e su come procedere per selezionare il candidato alla presidenza della Giunta regionale.

Pochi giorni dopo, il componente della Segreteria nazionale, Nicola Oddati, nell'assemblea provinciale di Cosenza, espresse un giudizio positivo sull'attuale Giunta regionale ed affermò che la candidatura di Mario Oliverio sarebbe stata la proposta con la quale si sarebbe avviato il confronto in presenza di altre eventuali ipotesi nominative. Nicola Oddati fu anche lapidario sull'indicazione di svolgere il congresso regionale agli inizi del mese di settembre.

Dopo la caduta del governo nazionale, invece, abbiamo assistito ad una rincorsa verso il Movimento 5 Stelle. Tutto ciò è avvenuto attraverso una sospensione delle regole statutarie ed in nome dell'interesse supremo ovvero il sostegno alla maggioranza parlamentare del Governo nazionale. È mancato poco che il Movimento 5 Stelle non ci denunciasse per stalking a fronte della insistenza con la quale il commissario del partito e alcuni dirigenti nazionali richiedevano l'intesa con i 5 Stelle.

È grave che questa posizione si sia manifestata quasi come uno sbeffeggiamento nei confronti della

coalizione di centrosinistra che è già da tempo in campo. Questa coalizione, ampia e plurale con la partecipazione di forze politiche nazionali e di movimenti civici è l'unico schieramento che finora ha discusso attraverso una convention, aperta a diverse espressioni autonome della società civile , di idee, programmi e contenuti per il futuro governo della Calabria.

Ciò che è ancora più grave, però, è il fatto che il commissario regionale del Pd di fronte alla difficoltà di una alleanza con il movimento 5 stelle abbia voluto ignorare questa coalizione civica e progressista di centrosinistra per tentare un'intesa solo con Articolo 1 e con alcune frange minoritarie ed estremiste espressioni delle diaspore della sinistra massimalista.

Alla Segreteria nazionale, inoltre, è già noto che sono state raccolte oltre 4.500 firme di iscritti al PD della Calabria, che è si è svolta, convocata dai segretari di circolo, una assemblea regionale con oltre 1000 partecipanti a Catanzaro per chiedere ascolto e confronto.

Una folta delegazione in rappresentanza dei circoli del PD della Calabria si è poi recata a Roma ed ha consegnato ai rappresentanti della Segreteria nazionale la petizione per la richiesta di indizione delle elezioni primarie regionali. Nella riunione, svoltasi in quella occasione al Nazareno, venivano, ancora una volta,dai rappresentanti della Segreteria nazionale, date ampie garanzie sul fatto che sarebbe stato promosso ed organizzato un percorso che avrebbe valorizzato il protagonismo responsabile e decisionale dei territori e che nessuna scelta sarebbe stata calata dall'alto sia per quanto concerne la designazione del candidato Presidente sia per la costruzione della coalizione elettorale. In quella sede è stato assunto l'impegno di svolgere riunioni nei circoli, incontri nelle federazioni e campagne d'ascolto.

Niente! Niente di quanto promesso e richiesto finora si è fatto!

L'approdo al quale si è giunti è sotto gli occhi di tutti: l'alternativa al veto sulla candidatura del Presidente uscente e al rifiuto a partecipare alla coalizione civica, democratica e progressista che è in campo, è risultato essere lo splendido isolamento politico in cui è stato condotto il PD in Calabria. Mancano ormai poche settimane alla data di presentazione delle liste e il PD si ritrova senza la proposta di candidatura alla Presidenza e senza una alleanza elettorale.

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In questo contesto, non è ammissibile, che il Commissario regionale e la stessa Segreteria nazionale non tengano in considerazione, per come previsto dalle norme statutarie, la proposta, formalmente avanzata e votata da organismi di direzione politica provinciale legittimamente eletti dal congresso di candidare il Presidente uscente, Mario Oliverio.

Tutto ciò, anche alla luce del giudizio positivo espresso, persino dalla stessa Segreteria nazionale sul suo operato e considerata la disponibilità manifestata, ai sensi dello Statuto nazionale, dal Presidente Oliverio. È grave, di fronte a tutto ciò continuare a registrare un ostracismo immotivato del commissario regionale che ancora in queste ore brancola nel buio e si ostina alla ricerca di improbabili candidati civici.

Capirete che una tale impostazione politica è incompatibile con gli intenti e le linee politiche più volte ribaditi nelle riunioni della Direzione nazionale e con il progetto di riforma organizzativa del partito che si vuole presentare in occasione della convention programmatica nazionale "Tutta un'altra Storia".

Si proclama il protagonismo e la valorizzazione dei territori ed invece si pratica una forma di centralismo autoritario ed autoreferenziale.

Oltretutto, tra le proposte di modifica statutaria predisposte dalla Commissione Statuto in nessuno dei casi viene messo in discussione il principio per i cui i candidati alla carica di Presidente di Regione vengono scelti con le primarie di partito o di coalizione.

Capirete lo sgomento, la preoccupazione e la indignazione di chi chiede ascolto e dialogo da mesi e si ritrova con sondaggi farlocchi esibiti come arma da mettere in mano a plotoni d'esecuzione rivolti verso i propri rappresentanti istituzionali e di partito. Capirete il senso di smarrimento di chi si sente essere stato preso in giro da chi doveva essere il garante per lo svolgimento del congresso regionale del partito e invece va avanti a colpi di imposizione con fare staliniano.

Capirete, dunque, la difficoltà di chi rappresenta il partito nelle amministrazioni locali, negli organismi dirigenti e nella società di fronte alla cancellazione di ogni regola democratica interna. Siamo certi che la manifestazione a Bologna sarà un successo e che questa convention servirà anche alla campagna elettorale di Stefano Bonaccini, ottimo presidente, sostenuto dai circoli e dai Sindaci dell'Emilia-Romagna. È noto che il percorso seguito per la designazione di Bonaccini è stato mutuato dalla esperienza calabrese: Oliverio, come Bonaccini, è stato candidato dai segretari di circolo del PD e dai Sindaci della Calabria.

Per queste ragioni noi ci asterremo dal partecipare alla riunione dell'Assemblea Nazionale convocata a Bologna.

Il nostro giudizio sulle scelte che saranno compiute a Bologna rimane sospeso in attesa di verificare per come quelle scelte saranno coerentemente applicate.

La scelta di non partecipare a Bologna da parte nostra non vuole essere un atto aventiniano o ancor peggio di rottura, anzi ci proponiamo di manifestare la volontà di esprimere un maggiore e più forte impegno nel PD e della sua iniziativa politica.

A questo fine – concludono – chiediamo che il Segretario nazionale Nicola Zingaretti possa venire anche in Calabria nei prossimi giorni ed incontrare in una assemblea regionale i segretari dei circoli e gli amministratori locali espressione del PD per un confronto sulle problematiche che in questo momento stanno paralizzando o addirittura depotenziando la presenza del partito in Calabria".