Marchio (demA Calabria) : “Educare le generazioni future alla cultura della legalità”

"Fino a vent'anni fa di 'ndrangheta non si parlava, o per meglio dire, si faceva finta di ostracizzare il fenomeno nella terra in cui è nata, si è sviluppata e cresciuta: la Calabria. La 'ndrangheta è oggi la più potente, ricca e pericolosa delle organizzazioni criminali non solo in Italia, presente nel nord della penisola a partire dagli anni settanta, ma anche in Europa e nel mondo. Ha capacità di infiltrazione o condizionamento della sfera politica e istituzionale, esercita l'impresa mafiosa sul mercato e condiziona lo sviluppo locale.

Attua e crea nel territorio in cui opera strategie di controllo per vincere appalti, controlla il mercato del lavoro e del traffico di stupefacenti, è in grado di creare consenso. La lotta alla 'ndrangheta ha assunto negli ultimi anni, carattere universalistico, legata alla narrazione dei grandi traffici e del flusso finanziario, che allontana dalla dimensione quotidiana e dalle condizioni materiali di vita di chi abita i territori presidiati dalla criminalità organizzata.

Le promesse non mantenute, la lacerazione evidente sul piano culturale, le speranze tradite e deluse, si traducono in autentica frustrazione per migliaia di giovani diplomati e laureati, che trovano chiusa ogni porta del mondo del lavoro e avvertono con maggiore sensibilità lo stato di sottosviluppo dell'area sociale ed economica in cui vivono, coscienti del fatto che la loro condizione di precarietà, che spesso li costringe ad andare via, è dovuta non solo alla mancanza di opportunità lavorative e all'arretratezza culturale, ma soprattutto al degrado etico-civile e al peso intollerabile del fenomeno mafioso.

Occorre essere cittadini consapevoli e responsabili, occorre un'azione collettiva, occorre educare le generazioni future alla cultura della legalità. Occorre un grande impegno per l'affermazione dei diritti democratici per tutelare la libertà del popolo calabrese e del resto del Mezzogiorno d'Italia.

Non più una politica che privilegi gli interessi di questo o di quel gruppo, ma una politica che sappia con forza e fierezza difendere i diritti di ogni essere umano, una politica che, come dice l'art. 3 della nostra Costituzione, rimuova "gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".

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Questa sarebbe la più solida opposizione al dilagare del fenomeno mafioso. Abbiamo una proposta da fare: chiediamo a tutti i Comuni della Calabria di inserire nel loro Statuto la costituzione di parte civile nei processi per 'ndrangheta e nei casi di violenza sulle donne, come ha fatto il Comune di Cinquefrondi con l'amministrazione Conia". Lo afferma attraverso una nota Pietro Marchio (Coordinatore Dipartimento Giustizia – demA Calabria).