Stadio del Crotone, i giornalisti: "Trovare una soluzione politica"

"Trovare una soluzione politica alla vicenda che rischia di penalizzare ulteriormente un territorio già troppo abbandonato". É quanto si chiede in una lettera-appello sottoscritta dai giornalisti crotonesi in merito alla vicenda dello stadio "Ezio Scida" per il quale la Soprintendenza archeologica della Calabria ha negato la proroga all'autorizzazione delle strutture amovibili che sono realizzate su un suolo sotto il quale si trovano alcuni reperti archeologici. Nell'appello viene ricordato che "grazie al calcio, per due anni Crotone ha goduto dal punto di vista sportivo, ma soprattutto economico della Serie A" e che "oggi c'è il rischio che il calcio a Crotone vada via, portando altrove quel poco di economia che produceva". I giornalisti sottolineano che "nel corso dei due anni in cui é stata in vigore l'autorizzazione poco o nulla è stato fatto per dimostrare l'intenzione di fare un nuovo stadio", aggiungendo che "il soprintendente Pagano, che è un semplice funzionario, non può prendere decisioni politiche ed ha solo fatto quello che aveva annunciato due anni fa". "Per questo - sostengono ancora i giornalisti - la palla deve essere per forza nelle mani della politica, e cioé di chi rappresenta il territorio ad ogni livello. Ad iniziare dai parlamentari crotonesi e calabresi che, in quanto eletti dal popolo, devono portare le ragioni del territorio in seno al governo per prendere decisioni politiche. Che senso ha, in questo momento, continuare a difendere dei reperti che probabilmente resteranno sotterrati per altre decine di anni e non permettere di utilizzare una struttura che non ha creato alcun danno a quei preziosi resti antichi, ma solo permesso di creare economia in un territorio allo stremo? Oggi il danno si causerebbe se venisse interdetto l'uso dello stadio solo perché nessuno vuole rappresentare gli interessi reali ed attuali del territorio". "Mettetevi tutti attorno ad un tavolo - conclude la lettera-appello - parlatene ai ministri, agli assessori regionali, parlatene tra di voi in modo costruttivo, ma permettete ad una città di non perdere quel poco di buono che le è rimasto".

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