Reggina: quel disavanzo di cui sembra non freghi nulla a nessuno

assembleaasdreggiocalabria 500di Paolo Ficara - Un grido d'aiuto oppure una strategia per stemperare qualche pressione? Il comunicato emanato mercoledì dalla Reggina, seppur limpido nei contenuti, lascia spazio a qualche interpretazione. Nelle scorse settimane, l'amministratore delegato Giuseppe Praticò aveva detto chiaramente che il club non è in vendita. Adesso, l'invito ad eventuali soggetti interessati a farsi vivi. Entro il 25 giugno.

COSA SUCCEDE IL 25 GIUGNO? – Si tratta del termine ultimo per saldare gli arretrati con calciatori e dipendenti, relativamente alla stagione 2016/17. Altrimenti, non ci si potrà iscrivere al prossimo campionato di Serie C. Siamo più o meno allo stesso punto di due anni fa, quando il presidente Foti non riuscì a trovare nessun acquirente che versasse le spettanze ai tesserati, in tempo utile per non perdere il titolo sportivo. Ovviamente adesso si tratta di cifre inferiori, nel senso che si parla di un paio di mensilità arretrate per i calciatori. Meno chiara la situazione per i dipendenti. Probabilmente, si chiederà a qualcuno di rinunciare a qualcosa. Non sono previsti cataclismi, almeno per quest'anno.

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PRIMA E NON DOPO – Se dovesse essere l'attuale proprietà ad ottemperare alle spettanze, di conseguenza vorrà tenersi il "giocattolo" anche nella stagione successiva. Ne deriva che chiunque si presenterà eventualmente a luglio per comprare la Reggina, si sentirà sparare cifre importanti. Va risolta anche la questione Sant'Agata prima dell'estate. In sintesi: l'arrivo immediato di un compratore, solleverebbe Praticò e soci da diversi oneri impellenti. Va altresì ricordato come nella storia recente della Reggina, e più in generale in varie piazze calcisticamente simili alla nostra, raramente si sia verificato l'ingresso di un nuovo presidente che paga quello uscente per ottenere le quote di maggioranza. I subentri di Benedetto (più Foti e lo stesso Praticò) nel 1986 e di Praticò l'estate scorsa, sono avvenuti tramite nullaosta delle rispettive curatele fallimentari di A.S. Reggina e Reggina Calcio, dunque senza transazioni fra privati.

SITUAZIONE DA NON SOTTOVALUTARE – Per quest'anno, ripercussioni tali da impedire l'iscrizione della Reggina non ce ne aspettiamo. Ma non bisogna sottovalutare il pericolo nel corto e medio raggio. Nell'immaginario collettivo, ognuno vorrebbe già conoscere il ds e l'allenatore per l'anno prossimo: le recenti esperienze devono averci insegnato qualcosa, è prioritario capire quanta benzina c'è nel serbatoio e se le tasche possono fronteggiare eventuali rincari. Qualche giorno addietro abbiamo riportato di un pericoloso disavanzo relativo alla stagione in corso, sembra che non gliene freghi nulla a nessuno. Troppo facile indignarsi quando la situazione è definitivamente compromessa: le critiche vanno espresse prima che si arrivi sull'orlo del precipizio. Le prime due annate della società di Praticò, prima come Reggio Calabria in D e poi come Reggina in Lega Pro, sono state caratterizzate da una gestione troppo allegra.

LA PROSSIMA STAGIONE – Se esiste un qualsivoglia imprenditore (munifico) interessato a fare calcio a Reggio Calabria, forse stavolta si dovrà evitare di creare ostacoli. Se invece non esistono alternative all'attuale compagine societaria, non rimane che turarsi il naso ed accettare quelle che sono le potenzialità economiche esprimibili. Tra i dilettanti ci si può andare o retrocedendo sul campo, oppure per default finanziario: se si verificasse la seconda fattispecie, per due volte in pochi anni, ci sarebbe da prendersi a schiaffi da soli.

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