Reggina: oggi dichiarerete di simpatizzare per il Messina?

maurizipraticobasiledi Paolo Ficara - Mai vittoria fu più dannosa. I tre punti ottenuti dalla Reggina a Catanzaro hanno restituito la voce a chi, purtroppo, ne sta facendo uso smodato, accompagnandola con arroganza e presunzione di contorno. Le tre settimane di stacco rispetto al derby del 30 dicembre, che potevano sembrare un bene in virtù di qualche sciagurata dichiarazione a caldo, sono diventate invece la passerella "ideale" per chi ha scambiato la guida di una squadra di calcio per un regime dittatoriale.

La sequenza di scivoloni mediatici è ormai più lunga e melensa di Beautiful. Il sospetto che lo si faccia apposta è spazzato dalla pochezza dimostrata, senza soluzione di continuità, in due anni e mezzo colmi di astio per chiunque non si adegui al verbo. Nemmeno si fosse alzata al cielo la Coppa Uefa in mezzo ad una contestazione di uno stadio intero, ci si sarebbe potuti permettere di fare distinguo tra "veri tifosi" (Quali? Quelli della multichat su whatsapp?) e "altri" (Quali, santo Iddio, quali?), proseguendo con strali verso il proprio capitano e vicecapitano, lancio di stracci verso il non-socio Nato Martino, ed ennesimo tackle non richiesto (quindi, da cartellino rosso) su risultati che hanno avvicinato migliaia di persone alla Reggina. Le stesse migliaia che vengono adesso allontanate, non solo dalle dichiarazioni, ma soprattutto per aver compreso che il fascicolo relativo ai futuri programmi della Urbs si intitola: "amaronnanonmindiscivulauperi".

Sembra che quotidianamente si avverta la necessità di spararne una. Speriamo arrivi il prima possibile il giorno di Reggina-Paganese, non vorremmo che da qui a domenica uscisse qualche virgolettato in cui viene dichiarata simpatia verso il Messina. Tanto, la targa-ricordo gliel'abbiamo già consegnata, tra una sberla e l'altra.

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Ognuno farebbe bene a guardare il proprio orticello, prima di bollare come casualità il germogliare in quello del vicino. Ad esempio, speriamo che nel girone di ritorno non si verifichi la casualità (o combinazione, se preferite) di pareggiare in casa con le stesse formazioni cui si è strappato il punto all'andata: Paganese, Francavilla, Monopoli...

Ma esistono, ovviamente, ben più seri motivi per farci giudicare come dannosa la vittoria di Catanzaro. La convinzione di aver individuato i mali della squadra, unita alla presunzione di sapere esattamente come risolverli, ha portato fin qui a rompere del tutto quei rapporti già irreversibilmente incrinati con alcuni calciatori. E non ci riferiamo a Di Livio o Tazza, andati via senza colpo ferire. Al di là di un Mezavilla troppo opaco per essere difeso, sarebbe preoccupante se anche solo uno tra il brasiliano, De Francesco e Porcino, rimanesse come separato in casa da qui al termine della stagione. La volontà di sbarazzarsi di tutte e tre poteva essere sbandierata solo con un acquirente già pronto.

Un muro contro muro ancora non risolto a cinque giorni da Reggina-Paganese, scaturito solo per proteggere la figura di un allenatore per il quale si è trovato tempo e modo di prolungare il contratto, dopo tre mesi di campionato. Cosa che non è stata possibile con De Francesco e Porcino, per la sequela di motivi narrati dal massimo dirigente nelle innumerevoli interviste delle ultime due settimane. Una sequela cui, prima o poi, si aggiungeranno i motivi dei due diretti interessati, nel momento in cui gli verrà messo davanti un microfono a rapporto contrattuale terminato o interrotto.

Un calciomercato, quello della Reggina, fin qui attivo soprattutto in entrata. Ma che le preoccupazioni, casomai, le aumenta. Presi singolarmente vanno sicuramente bene i vari calciatori presi o quasi presi. Ma fra i titolari Castiglia e Armeno, l'importante ricambio Giuffrida ed i futuribili Hadziosmanovic e Terigi, rischiamo di trovarci quattro o cinque undicesimi di formazione privi del ritmo-partita. Un grave handicap, in vista degli impegni con Paganese, Matera e Fondi. Ma sì, per salvarci possiamo sempre sperare in qualche combinazione...