Reggina: c'era il Credit Suisse dietro gli avvocati Sfara e De Salvo

creditsuisseregginadi Paolo Ficara - Chi si rivede. O più che altro, chi si è rifatto vivo. Tra i non molti sponsor di maglia di cui si è fregiata la Reggina, durante la propria epopea in Serie A, il maggior scalpore lo suscitò sicuramente il Credit Suisse. Correva il gennaio del 2004: pochi mesi prima, Lillo Foti si accaparrò la star nipponica Shunsuke Nakamura. Lo sponsor venne presentato in una nota struttura ricettiva della provincia, abituata ad ospitare i grossi club che scendevano sulla punta dello Stivale. Come madrina dell'evento, si puntò su Ilaria D'Amico.

Ad oggi, mediaticamente parlando, non raggiungiamo nemmeno il salotto di Diletta Leotta. Ma queste sono ben altre considerazioni.

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Foti, però, strinse l'accordo con la filiale di Hong Kong del Credit Suisse. Sicuramente, nell'Estremo Oriente, meglio di altri potevano conoscere l'impatto mediatico di un fuoriclasse come Nakamura. La sede centrale, una volta resasi conto di essere stata scavalcata, annullò di fatto la sponsorizzazione dopo pochi mesi. Il nome Reggina dev'essere rimasto impresso lì in Svizzera, ma il destino ancora una volta ha impedito che i rispettivi brand riprendessero a legarsi.

Il cliente misterioso interessatosi nell'aprile scorso alla Reggina, tramite gli avvocati Cristian Sfara e Luca De Salvo, sarebbe proprio il Credit Suisse. Tramite il ramo d'azienda dedicato agli investimenti, di questo colosso europeo degli istituti bancari. Il primo cittadino Giuseppe Falcomatà, che in quei convulsi giorni si era schierato pubblicamente dalla parte dei due mediatori, con ogni probabilità aveva captato l'assoluta importanza del reale investitore.