La Cgil chiede incontro a DG Asp di Cosenza

Lo scorso 18 maggio i Segretari Generali della CGIL di Cosenza e della CGIL Pollino Sibaritide Tirreno hanno inviato al Direttore Generale dell'ASP provinciale una richiesta di incontro con carattere di urgenza, in considerazione delle molte criticità che stanno caratterizzando la gestione del comparto sanitario in tutto il territorio.

Un confronto ritenuto doveroso e non più procrastinabile, con l'auspicio che fosse possibile condividere – si sperava e si spera ancora – un percorso che, partendo da una discussione a tutto campo, potesse finalmente portare alla individuazione di soluzioni che tenessero nel dovuto conto sia il rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che il diritto alla salute dei cittadini.

Nello specifico erano state individuate alcune materie ritenute, per così dire, particolarmente sensibili: l'Atto Aziendale, respinto a suo tempo dall'Ufficio del Commissario e della cui riformulazione si è tuttora in attesa; le liste di attesa; la situazione dei presidi ospedalieri; la rete dell'emergenza/urgenza; la medicina del territorio e l'assistenza domiciliare.

Materie che evidentemente non esauriscono il confronto relativo alla situazione della sanità in Provincia di Cosenza, atteso che si è forse giunti al livello peggiore mai registrato sia in termini di organizzazione che di qualità dei servizi erogati, con una gestione caratterizzata dall'improvvisazione e dalla assoluta mancanza di programmazione.

Per non parlare della continua diatriba tra Azienda Sanitaria, Commissari e Istituzioni pubbliche che, di fatto, ha sin qui prodotto unicamente la spoliazione costante delle risorse sia economiche che umane del settore, tanto da compromettere la tenuta dei livelli essenziali di assistenza – i cosiddetti LEA – e da far posizionare l'intera Regione in coda a tutte le graduatorie nazionali in materia, facendo pagare il prezzo salatissimo delle scelte ai cittadini calabresi.

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Si dovrebbe pervenire, invece, ad una immediata inversione di tendenza, marcando una totale discontinuità rispetto alla gestione commissariale - che ha sicuramente fallito – e fermare il processo di degrado che pare inarrestabile. Lo si può fare partendo, come appunto abbiamo proposto, da un confronto serio con tutti i soggetti coinvolti, per arrivare anche nel nostro territorio ad un sistema sanitario che risponda ai bisogni dei cittadini e nel rispetto di tutti gli operatori del settore.