L’associazione “Rende Protagonista” si confronta a Villaggio Europa

Problemi di quartiere? Senz'altro. Anche se Villaggio Europa è un quartiere particolare di Rende. Una zona "modello" di edilizia popolare, inserita nel cuore della città, tra Qiattromiglia e via Rossini.

Proprio da questo quartiere è partita #Rendeapiedi, la campagna di ascolto (o, se si preferisce, di dialoghi di cittadinanza) di Rende Protagonista, l'associazione civica che, dopo oltre un anno di attività sul territorio, si è presentata ufficialmente ai Rendesi il 21 giugno con un dibattito pubblico nella Biblioteca civica di Quattromiglia.

Partecipato è stato l'esordio, partecipato è stato anche l'avvio di #Rendeapiedi, avvenuto la sera del 10 luglio nei pressi dell'edicola votiva dedicata a San Francesco di Paola, area simbolo di Villaggio Europa.

Lì, sotto lo sguardo imperturbabile e benevolente del santo, i militanti di Rende Protagonista (il presidente Andrea Ferretti, il segretario Gianluca De Rango e i fondatori Francesco Midulla e Cesare Loizzo) si sono confrontati con i residenti del quartiere su tutto. Senz'altro sui problemi specifici di questa zona, importante e delicata allo stesso tempo. Ma anche sulla visione, al momento civica, in seguito si spera amministrativa, sul futuro della città.

Gli interventi dei soci di Rende Protagonista sono stati piuttosto condivisi: Ferretti e De Rango si sono soffermati sul concetto di partecipazione dal basso, che è poi il mantra dell'associazione e Midulla, abitante storico del quartiere, ha colloquieto coi suoi concittadini dei problemi comuni.

Ma la parte del leone l'hanno fatta proprio gli abitanti del Villaggio, che hanno preso la parola, a turno e non sempre con ordine (il che denota vitalità e passione) per raccontare le cose che non vanno: dalla manutenzione del verde pubblico, non sempre ottimale, alla scarsa illuminazione notturna, dalle condizioni non buone del fondo stradale ai cenni di fatiscenza delle palazzine. E, ovviamente, tutti o quasi hanno espresso il proprio scetticismo sulla classe politica.

Piuttosto corpose le conclusioni di Loizzo, che in prima battuta ha rassicurato gli abitanti del quartiere: «Noi non veniamo qui per avere la vostra benevolenza e raccogliere i vostri consensi in vista delle elezioni: vogliamo che voi ci aiutate a capire a fondo la situazione della vostra zona per elaborare assieme le risposte ai vostri problemi, che sono anche i nostri: se Villaggio Europa sta male, tutta Rende ne risente».

Ma non solo questo: «Abbiamo intenzione di confrontarci con voi più volte a partire da settembre».

E i problemi sociali? «Una società civile degna di questo nome», ha ribadito ancora Loizzo, «non può permettersi di lasciare indietro nessuno. Una società civile prende da ciascuno secondo le sue capacità e possibilità, dà a tutti a seconda dei meriti e distribuisce a tutti a seconda dei bisogni. Per questo i Comuni, a partire da Rende, devono dotarsi di un'agenda sociale precisa e dettagliata per venire incontro agli anziani, alle famiglie e ai giovani in difficoltà».

Su Rende in particolare, la visione di Loizzo è chiara: «Più che alla città unica, che sembra diventata un must della politica cosentina, guardo con interesse all'idea di una città "diffusa" della Media Valle del Crati, in grado di dialogare con la realtà emergente dello Jonio, dove è sorta la città di Rossano-Corigliano, che è la più grande realtà urbana della nostra provincia». Questa idea di città diffusa, inoltre, «consentirebbe a Rende di interfacciarsi con un'area ricca di potenzialità commerciali, agricole e industriali da una posizione di assoluta centralità con un beneficio enorme per tutta l'area urbana del Cosentino».

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Funzionale a questa centralità è l'idea di realizzare il nuovo Ospedale a Rende, nei pressi dell'Università: «Il mio non è campanilismo, ma solo la presa d'atto di una situazione: Rende è facilmente raggiungibile da tutta la provincia, il suo territorio non è intasato e, inoltre, la sinergia tra Ospedale e Università potrebbe essere un formidabile volano in più settori: a partire dalla didattica, perché agevolerebbe la nascita di un scuola medica cosentina, a continuare con la ricerca e a finire con le ricadute nell'occupazione, che sarebbero senz'altro più che positive».

Conclusione inequivocabie: «Vogliamo restituire a Rende il suo giusto ruolo perché ritorni a splendere. Per realizzare questo obbiettivo abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti».