La Neurochirurgia al Sud prova a ripartire da un calabrese

La neurochirurgia al Sud prova a ripartire da un calabrese doc, di origini arbëreshe, che da pochi mesi, al Policlinico di Bari, dirige l'Uoc di Neurochirurgia e la relativa scuola. Parliamo di Francesco Signorelli, professore associato presso l'università del capoluogo pugliese che, nonostante la sua giovane età (poco più che 50enne), vanta un'esperienza internazionale non indifferente.

Umile e motivato, Signorelli apre le porte del "suo mondo" per far conoscere tutta la grinta impiegata al fine di far ripartire un importante reparto che, sin da subito, si pone l'obiettivo di diventare punto di riferimento per la Sanità del Sud. E proprio grazie alla sua voglia di fare che il Policlinico decide di investire su di lui e di investire quasi un milione e mezzo di euro e un piano di riforma che punta alla multidisciplinarità capillare per rilanciare la Neurochirurgia e farla diventare un punto di eccellenza per tutto il Meridione.

Infatti, in meno di sei mesi, il prof. Signorelli è riuscito ad ottenere, primo nel Sud, l'approvazione per l'acquisto di due microscopi operatori (l'ultimo risale a 15 anni fa), la cui gara sarà espletata a breve, e l'acquisto di un amplificatore di brillanza (un apparecchio radiologico tridimensionale) del costo di circa 350mila euro. Attrezzatura, questa, che oltre ad essere l'ultimo ritrovato della tecnologia, permetterà al nosocomio di Bari di essere fra i più sofisticati e all'avanguardia del territorio nazionale.

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E se l'aria di cambiamenti promossa da Signorelli viaggia sui temi delle novità, c'è da evidenziare che lo stesso Direttore ha stimolato e ottenuto il bando (a breve) per il concorso per due posti di neurochirurgo. Chiaramente questi due importanti risultati sono stati raggiunti grazie alla condivisione di intenti e alla visione progettuale della Direzione Strategica, che, nell'ottica di un globale miglioramento dell'appropriatezza e dell'efficacia delle prestazioni erogate, ha condiviso le iniziative proposte da Signorelli.

«Sono molto soddisfatto -afferma il prof. Signorelli- per i risultati che in poco tempo siamo riusciti ad ottenere. Fondamentale -spiega- è il supporto che il mondo accademico e l'azienda sanitaria mi sta offrendo con coraggio, senza questa energia sarebbe tutto molto complicato. Stiamo lavorando -continua- per creare un team motivato che possa lavorare efficacemente ai problemi dei pazienti che, speriamo, non cerchino altrove quello che di buono abbiamo qui. In questo -sottolinea- è fondamentale la collaborazione di tanti specialisti che, con il loro aiuto, stanno facendo diventare questa esperienza sempre più multidisciplinare. In particolare ringrazio la neonatologia e l'oncoematologia pediatrica con cui abbiamo avviato il programma di neurochirurgia pediatrica, per la prima volta, presso la scuola. Abbiamo operato diversi bambini fra cui un bimbo di appena 2 giorni affetto da mielomeningocele, una malformazione complessa della colonna vertebrale e del midollo spinale; oltre ad altri pazienti pediatrici con tumori midollari e cerebrali. Abbiamo avviato, inoltre, una collaborazione con la neuroradiologia interventistica per il trattamento multidisciplinare delle malformazioni vascolari cerebrali e spinali. In questo caso sono stati trattati già una trentina di casi. Infine sono in atto collaborazioni con la neuroanestesia, la neurorianimazione ed altri reparti del Policlinico».

Ma l'opera di Signorelli non si ferma solo alle attività sul campo, con i pazienti da operare quasi quotidianamente, ma si estende alla didattica visto che il suo ruolo nel capoluogo pugliese è anche quello di riprendere e rilanciare la Scuola di Specializzazione "per tornare ad avere nel Sud -conclude- una nuova generazione di neurochirurghi".