San Giovanni in Fiore (Cs), Sapia (M5S) chiede ispezioni su prossime assunzioni comunali: “Lsu-Lpu dimenticati”

Con un'interrogazione ai ministri dell'Economia e dell'Interno, il deputato del Movimento Cinque Stelle Francesco Sapia, componente della commissione Sanità, ha chiesto ispezioni e verifiche sulla mancata stabilizzazione di lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità ancora utilizzati dal Comune di San Giovanni in Fiore, che con provvedimento della giunta ha già programmato il fabbisogno di personale per il triennio 2018/2020, prevedendo 13 assunzioni mediante mobilità nell'anno 2018. Nell'interrogazione il parlamentare 5stelle ha precisato che «la relativa proposta di deliberazione non risulta redatta né firmata da alcun responsabile di procedimento, per come invece vuole il vigente regolamento comunale degli uffici e dei servizi», specificando che le relative determine «nulla prevedono in ordine alla stabilizzazione di lavoratori ex Lsu-Lpu in servizio presso l'ente e per legge contrattualizzati fino al 31/12/2018».

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Secondo Sapia, figure professionali che il Comune di San Giovanni in Fiore, ad oggi in dissesto finanziario, intende assumere per mobilità sono «presenti tra i lavoratori precari ex Lsu-Lpu già in servizio presso l'ente, stando pure a una richiesta di stabilizzazione avanzata dalla Fp Cisl». Inoltre il deputato 5stelle ha riassunto nell'atto di sindacato ispettivo la vicenda dell'«affidamento della responsabilità della Ragioneria municipale a un dipendente di altra amministrazione», aggiungendo che per il rinnovo dei contratti a tempo determinato il Comune di San Giovanni in Fiore ha provveduto con deliberazione di giunta «del 29 dicembre 2017, necessaria per ricevere i finanziamenti regionali e nazionali e, quindi, prorogare i contratti di specie». «La maggioranza di centrosinistra che governa San Giovanni in Fiore – ammonisce Sapia – ha dimenticato in fretta i lavoratori precari, malgrado il luogo abbia una storia di significative lotte politiche e sindacali per il lavoro. Ciò dovrà spiegarlo in primo luogo il governatore Mario Oliverio, lì nato, vissuto e votato a furor di popolo».