A Cosenza incontro su "Impresa e Territori". Il direttore di Confindustria Marcella Panucci: "Nella Manovra poco per lo sviluppo"

"Occorre recuperare la centralita' dell'impresa, elemento emblematico e fondamentale per lo sviluppo e la crescita della comunita'. Sostenere l'impresa significa sostenere il Paese e quindi concorrere a creare quelle condizioni di contesto indispensabili per ridurre le disuguaglianze e creare una societa' piu' giusta ed equa, dove meritocrazia e rispetto delle regole ne diventano in concreto i fattori fondamentali". E' il messaggio lanciato dal presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca, nel corso del convegno organizzato a Cosenza insieme alla Banca d'Italia, sul tema "Impresa e Territori. Uno scenario in movimento", e svoltosi nella sede degli industriali cosentini.

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I lavori sono stati conclusi dal Direttore di Confindustria nazionale, Marcella Panucci, secondo la quale "se si dovesse fermare il mondo produttivo, si fermerebbe il Paese". Fulcro della discussione e' stata l'analisi economica sia della congiuntura calabrese che degli scenari in movimento nazionali ed internazionali. Per il Direttore della Filiale di Catanzaro della Banca d'Italia, Sergio Magarelli, "nella prima meta' del 2018 si e' consolidato quel recupero dell'economia gia' evidenziato nel biennio 2016-17. Magarelli ha sottolineato "la presenza di segnali positivi connessi ad investimenti, esportazioni, e mercato del lavoro", aggiungendo che "tali aspetti positivi non possono pero' farci dimenticare come la Calabria soffra ancora di divari e disuguaglianze, che rappresentano l'eredita' della crisi". Nel corso dei lavori, coordinati dal Direttore di Unindustria Calabria Rosario Branda, Giuseppe Albanese, del Nucleo per la Ricerca Economica della Filiale di Catanzaro di Bankitaklia, ha illustrato presentazione i dati sull'economia calabrese. Dall'incontro e' emerso, in particolare, che territori e cittadini sono immersi in sistemi economici e sociali molto piu' complessi del passato. Negli ultimi anni si e' assistito al crescente dominio dei flussi globali di persone, di merci, servizi, informazioni, capitali che impattano sui territori, cambiandone antropologia, economia, relazioni umane, trasformandoli in crocevia di funzioni globali. "Al crescere dell'instabilita' dei mercati e della complessita' dei sistemi produttivi connessi alla globalizzazione - ha spiegato la professoressa Rosanna Nistico', dell'Universita' della Calabria - si determina un allentamento delle relazioni identitarie tra impresa e societa' locale, tra profitto e benessere sociale, tra produzione e lavoro. Questo non significa che i territori non contino piu', anzi sono centrali, ma in maniera diversa dal passato. I fattori strategici che concorrono a determinare lo sviluppo sono le caratteristiche istituzionali del contesto, che incidono sui vantaggi localizzativi, la presenza di centri di ricerca e diffusione tecnologica, la qualita' urbana, i servizi finanziari e reali, la disponibilita' di capitale umano altamente qualificato". Nel concludere i lavori, il Direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, ha sostenuto che, "sebbene i segnali dell'economia del Mezzogiorno siano positivi, si e' ancora lontani dai livelli pre-crisi. Al Sud, come nel resto del Paese, vanno investite maggiori risorse per lo sviluppo e la crescita, a partire da quelle misure che favoriscono il rilancio degli investimenti privati, la riduzione del costo del lavoro e la realizzazione delle infrastrutture".

"Quello che non va nella manovra e' la sua composizione perche' le risorse stanziate, quasi 40 miliardi, sono destinate, per piu' dei due terzi, a misure di carattere assistenziale e poche allo sviluppo. E il saldo netto per le imprese e' negativo rispetto allo scorso anno" ha sostenuto il direttore generale di Confindustria, a margine dell'incontro.

"Questo vuol dire - ha aggiunto - che dal prossimo anno le imprese pagheranno piu' tasse, per circa 6 miliardi di euro. Manca quindi il capitolo sviluppo, che e' importante se il Governo vuole raggiungere il livello di crescita sul 2019, che ha stimato in 1.5% del Pil e che renderebbe sostenibile la manovra. Noi abbiamo proposto di investire sul lavoro, capitolo su cui la manovra e' particolarmente debole, perche' non ci sono misure volte a ridurre il costo del lavoro e ad aumentare il valore delle buste paga dei lavoratori attraverso una detassazione. Inoltre, non ci sono misure per gli investimenti privati e quelle previste dalle precedenti manovre vengono depotenziate. Questo determina un rallentamento degli investimenti, che sono invece il piu' importante fattore ai fini di un aumento dei consumi interni".

"La Calabria mostra una lieve ripresa, il che e' positivo, ma ancora insufficiente e questa ripresa va sostenuta. L'ntero Paese ha bisogno di continuare a sostenere l'economia e gli investimenti privati, che erano quelli che hanno dato fiato all'economia nell'ultimo anno e mezzo".

"I dati - ha aggiunto Marcella Panucci - mostrano come l'economia e le imprese reagiscono a misure di stimolo. Se queste vengono meno, e' evidente che la situazione non puo' che peggiorare. Le stime di crescita sul prossimo anno, ma soprattutto i dati di crescita rilasciati dall'Istat sul terzo trimestre non lasciano ben sperare e questo e' dovuto sicuramente ad una congiuntura internazionale non favorevole, ma anche al venir meno della fiducia di famiglie e imprese in Italia che aspettano di capire quali saranno i provvedimenti del governo e intanto hanno fermato gli investimenti. Lasciando perdere la logica dei veti e dei no, bisogna capire che le infrastrutture sono fondamentali per far crescere l'economia, ma anche per ricucire i territori. Per entrare negli snodi del trasporto internazionale di merci c'e' bisogno di infrastrutture efficienti e la Calabria da questo punto di vista e' carente, come altre regioni italiane, e su questo bisogna investire".