Occhiuto: “Basta con la Calabria ultima, in cultura&ambiente possiamo essere i primi: ma dobbiamo credere in noi stessi. La Lega non mi appoggia? La coalizione può allargarsi anche dopo”

occhiutolameziatermedi Mario Meliadò - Mario Occhiuto, al termine della ciclopica dimostrazione di forza del Centro agroalimentare di Lamezia Terme, ha la pacatezza ma anche la serenità di chi sa di non essere più "solo" il bi-sindaco di Cosenza, ma neppure "solo" un candidato alla Presidenza della Regione. Nella consapevolezza che, da oggi, è oggettivamente il favorito.

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Il bagno di folla – prevedibile, visto il luogo scelto per l'incontro e non solo – c'è stato. E adesso?

«Abbiamo iniziato oggi un percorso impegnativo, molto importante perché ci vede impegnati in prima linea su un progetto di mutazione, di rigenerazione di questa "nuova Calabria". Una terra straordinaria, bellissima che però è agli ultimi posti di ogni graduatoria... Noi intendiamo procedere con un approccio diverso: un approccio che sia legato al territorio, un'azione legata proprio alla valorizzazione del territorio, perché valorizzando i territori valorizziamo anche la vita delle persone che ci abitano e quindi produciamo ricchezza e occupazione».

La sua campagna elettorale è in ritardo, dice?

«Il punto è che ormai ci sono pochi mesi a disposizione, e credo che una campagna elettorale "corale" sia quella in cui i punti programmatici vengano condivisi e discussi sui territori. Adesso ci confronteremo con cittadini, amministratori, sindaci su ogni territorio: più che pensare a programmi ambiziosi che poi però non vengono realizzati, noi dobbiamo mettere in campo un'azione creativa, cioè un progetto, un'azione creativa diretta presupposto ineliminabile per la mutazione vera di un territorio che parte dai propri valori, dalle proprie risorse, dalla propria identità e migliora».

Sindaco, lei ha prospettato una Calabria "giardino d'Europa" e un po' meno una Calabria forte in termini d'industrializzazione ampia, di transhipment, di singole realtà produttive in grado di creare centinaia di posti di lavoro. Capillarmente si cresce meglio?

«In realtà, l'azione di sistema che intendiamo attuare ha derivazioni anche di matrice industriale. E dobbiamo declinare questa svolta con un'azione di sistema in tutte le derivazioni possibili, che sono quelle di natura ambientale, cioè di valorizzazione del capitale naturale, ma sono anche quelle di tipo industriale, legate per esempio all'industria delle energie rinnovabili, dei materiali di riciclo, della bioedilizia, alla possibilità di far nascere start-up tecnologiche che possano proiettarci anche in una dimensione diversa, nuova rispetto alle tecnologie oggi esistenti, guardando anche sul fronte industriale all'orizzonte tracciato da Onu 2030... Certo la strada che abbiamo davanti è una svolta soprattutto di tipo ecologico, che però deve considerare le nuove tecnologie, il digitale, dando spazio alla nascita d'imprese di settore in una sorta di Green Valley. E lo stesso vale per il wellness, per il turismo sostenibile. Ma è una svolta che deve anche rivolgersi all'economia della conoscenza... Non possiamo pensare di dover inseguire le altre regioni, gli altri Paesi nei settori tradizionali: siamo ormai indietro, non ne vale neanche la pena. Ma noi abbiamo ben altre potenzialità: abbiamo il capitale umano, sociale e soprattutto le risorse ambientali, naturali, culturali da poter utilizzare e valorizzare. La Calabria è una regione tra le più ricche di risorse, ha tutto per poter cambiare e per diventare il perno del Mediterraneo, non dobbiamo elemosinare niente da nessuno. Però dobbiamo credere in noi stessi: Calabria che produce Calabria».

In più di un intervento è stato sottolineato: contrariamente a quanto qualcuno ha ipotizzato no, non è una "fuga in avanti", la sua. Ma lei immagina spezzoni di centrodestra prendere una strada differente dal sostegno alla sua candidatura?

«Noi andiamo avanti per la nostra strada. Abbiamo fatto una manifestazione con tutte le forze politiche e movimenti civici che fin qui hanno aderito al progetto e stanno spingendo, in questi mesi, per scendere in campo con quest'idea di rigenerazione della Calabria. Siamo aperti anche alla condivisione di altre forze politiche... non chiudiamo la porta in faccia a nessuno».

In poche parole, può cambiare qualcosa dopo lo snodo dell'eurovoto e rispetto al ragionamento che si delineerà all'inevitabile "tavolo" di coalizione?

«No... può allargarsi il raggruppamento anche dopo. Siamo aperti, chi vuole convergere... ne saremo ben lieti».

...Un modo per dire, chiaro chiaro: specie dopo i numeri strabilianti della manifestazione lametina, indietro non si torna più.