Arbëreshë a sostegno di Gino Promenzio Sindaco, una “festa di popolo” tra entusiasmo e analisi sulle “gjitonie”

"Bashkë jemi më shumë", uniti siamo più forti. Non un semplice slogan, ma un adagio di antica saggezza popolare, un categorico imperativo morale carico di significati umani, sociali e culturali.

È stata infatti una serata densa di emozioni quella svoltasi ieri, presso la sede dell'associazione "Fiori d'Arancio", in via Nazionale di Corigliano Scalo, promossa dalla Comunità arbëreshë residente nella neonata unica Città di Corigliano Rossano a supporto del dottor Gino Promenzio, candidato a Sindaco nonché presidente del medesimo sodalizio.

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A coordinare i lavori della manifestazione, alla quale hanno preso parte numerosi cittadini provenienti anche da altri comuni della provincia cosentina, sono stati i dottori Francesco Godino, giovane professionista con un bagaglio di esperienze e competenze, e Angelo Broccolo, esemplare figura di uomo, medico e politico intimamente connessa alla storia e alle tradizioni del popolo albanese, nonché Alberto Laise, stimato esponente di punta della coalizione "Civico e Popolare".

Molto partecipato e ricco di pathos l'intervento di Gino Promenzio, il quale, nel ringraziare gli organizzatori per l'iniziativa – allietata da gradevoli intermezzi musicali all'insegna della convivialità e configuratasi come una "festa di popolo" piuttosto che un convegno dai toni austeri e per pochi addetti ai lavori – ha raccontato la sua personale parabola umana. Gino Promenzio incarna infatti al meglio la fusione tra i due ormai estinti municipi della Sibaritide, poiché rossanese da parte del padre, coriglianese per gli anni e i luoghi della crescita ma anche arbëreshë da parte della madre (la professoressa Baffa, vera e propria "istituzione" nel mondo della scuola e della cultura calabrese).

Il candidato a Sindaco, nel ripercorrere i punti salienti del suo programma improntato al modello di "Città a misura di bambino", si è soffermato sulla funzione politica e finanche aggregativa dei municipi, in una coincisa ma efficace analisi che ha preso spunto dall'etimologia del termine per arrivare ai giorni nostri. Gino Promenzio, nel corso del suo applaudito intervento, ha evidenziato soprattutto la peculiarità della struttura urbanistica delle comunità arbëreshë, costituite dai rioni e dalle gjitonie, evidenziando la funzione pedagogica ricoperta da queste ultime e da cui attingere per ricomporre e rinsaldare un tessuto sociale altrimenti disgregato e privo d'identità. La gjitonia, come rimarcato anche dal FAI, è difatti una microstruttura che caratterizza i paesi albanofoni, il cui disegno urbanistico riflette consuetudini di vita che discendono dall' emigrazione prima, e dalla colonizzazione poi e che si esprimono in forme di solidarietà e comunanza di vita. Una "palestra" dove si imparava e s'impara, ancor oggi e dal vivo, il comune mestiere della sopravvivenza.