Sgretolata la cosca Farao-Marincola, imprenditori e amministratori erano funzionari del clan

confarrestifaraomarincola1di Cecilia Anesi* - "Questa di oggi è la pù grande operazione fatta negli ultimi 23 anni per quanto riguarda il numero degli arrestati, è un'indagine che non nasce a caso ma è il risultato di un progetto, di un'idea. Prima che arrivassi qui a Catanzaro sono stato a trovare il Generale Del Sette che è oggi qui presente, e la sua presenza da il senso del progetto, di questa idea.
Del Sette ha mandato qui, in periferia, i primi della classe invece che in delle belle città, e questa non è stata una cosa semplice ma li ha motivati". Lo afferma Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, durante la conferenza stampa sui dettagli dell'operazione "Stige" che ha messo sotto scacco le cosche crotonesi dei Farao-Marincola, e ha portato all'arresto di 169 persone.

"Questa indagine - dice Gratteri - riguarda soprattutto la parte economica, anche se è un'indagine di 416bis, ma quando diciamo che la 'Ndrangheta è imprenditoriale è confermato da questa indagine, tanti degli arrestati sono imprenditori che hanno gestito l'attività imprenditoriale di vari paesi. In questa indagine abbiamo arrestato decine di pubblici amministratori, che facevano da funzionari al clan".

Tra gli arrestati, infatti, anche il presidente della Provincia di Crotone Nicodemo Parrilla. Complessivamente sono tre i sindaci arrestati. Oltre a Parrilla, infatti, sono coinvolti il sindaco di Strongoli Michele Laurenzano e quello di Mandatoriccio Angelo Donnici. Complessivamente sono una decina gli amministratori locali coinvolti, tra i quali figurano anche il vice sindaco di Casabona Domenico Cerrelli e il presidente del Consiglio comunale di Cirò Marina Giancarlo Fuscaldo. Ordinanza di arresto per il vicesindaco di Casabona, Domenico Cerrelli. Per tutti l'accusa e' di concorso esterno in associazione mafiosa. Arrestati anche il vicesindaco di Mandatoriccio Filippo Mazza, e l'ex sindaco di San Giovanni in Fiore (Cs), Giovambattista Benincasa.

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"Questa indagine transnazionale è molto importante".  Lo ha detto il magistrato italiano Filippo Spiezia, vicepresidente di Eurojust, organismo istituito nel 2002 per sostenere e rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra autorità nazionali nella lotta contro le forme gravi di criminalità transnazionale che interessano l'Unione europea, che ha partecipato in collegamento video dall'Aia alla conferenza stampa sull'operazione "Stige".

"Ringrazio - ha detto Spiezia - la Procura di Catanzaro per la fiducia che ha riposto nei servizi di Eurojust. La nostra collaborazione ha rafforzato il coordinamento tra la procura italiana e quelle tedesche per eseguire contestualmente le ordinanze custodiali nei due Paesi".

Negli uffici di Eurojust erano presenti anche i magistrati tedeschi e il sostituto procuratore di Catanzaro Alessandro Prontera.

"Con una eccellente collaborazione delle autorità tedesche che erano già in contatto con gli investigatori italiani, e grazie al nostro coordinamento siamo riusciti a pianificare aspetti logistici e anche giuridici (come il nuovo strumento ordine di indagine europeo che sostituisce la rogatoria, così da risolvere problemi di caratteri giuridico in anteprima). Straordinaria rilevanza di contributo delle autorità tedesche, stamattina fin dalle prime ore per supportare lo sforzo investigativo delle autorità italiane, Eurojust ha costituito una piattaforma logistica apposita, Eurojust è la casa della magistratura e della polizia italiana."

Tra gli interventi anche quello del procuratore aggiunto Vincenzo Luberto: "C'erano settori imprenditoriali completamente controllati dalla cosca, monopoli e duopoli insediati grazie al la forza di intimidazione della cosca, lavanderia industriali, scommesse online, distribuzione olio, formaggio, controlla due porti Cirò Marina e Cariati, distribuzione del pescato, aste".

"Questa cosca - continua - ha insediato una cellula che controlla le aste boschive, per me questo è particolarmente grave essendo figlio di un perito agrario, la 'Ndrangheta così taglia la Sila intera e controlla anche la disposizione della raccolta dei rifiuti solidi urbani".

E spiega anche il modo in cui venivano aggirate le interdittive antimafia.

"Nel caso in cui veniva colpita una azienda da interdittiva, allora la cosca spostava i macchinari e asset ad un'altra azienda e cosi via".

Il controllo in Germania.

"La cosca ha la propria cantina che controlla (ogni 'Ndranghetista ha una linea di vini che controlla, che vengono chiamati come il papà, la figlia etc) e impongono il vino (come spiegato prima) grazie ad un imprenditore che sembra per bene. La cosca ha monopolizzato i semilavorati per pizza in città come Dussoldorf, Francoforte, Bisbaden, vi rendete conto di cosa significa? Noi calabresi dobbiamo reagire, anche se stiamo rischiando molto, siamo sull'orlo del baratro".

Il comune di Cirò Marina sotto il controllo del clan

"I Locale di Cirò - afferma Gratteri - è uno dei sette locali di Ndrangheta che partecipa al Crimine e al Tribunale, quando c'è stata la prima guerra quando il locale di Cirò ha mandato uomini a Reggio Calabria da allora viene premiato, è l'unico locale del Nord della Calabria che partecipa al Crimine e al Tribunale. E' un locale antico, si tratta di una struttura di ndrangheta solida, di tradizioni, e perfettamente radicata nel territorio, non necessitava di grossi atti intimidatori perché ormai aveva il suo pedigree".

Quella che fa capo a Giuseppe Farao, 71enne di Ciro', e' infatti una cosca operante da molti anni nel comprensorio della provincia di Crotone, con ruolo di assoluta egemonia rispetto alle altre cosche esistenti nello stesso territorio. Uno scenario gia' evidenziato dalle indagini della Procura antimafia nei primi anni Novanta poi sfociate nelle operazioni "Galassia" e "Bellerofonte".

In contatto con le piu' importanti cosche calabresi, specie del Reggino, e con le frange del Crotonese e della Sibaritide, collegata anche ai 'Giglio' di Strongoli, opera prevalentemente nei settori degli stupefacenti, dell'usura, delle estorsioni e del riciclaggio. Presenze di esponenti del clan si registrano anche in Lombardia, in particolare nell'area di Varese, storicamente caratterizzata dalla presenza di personaggi di origine calabrese, in prevalenza dediti al traffico di stupefacenti, e in Germania.

* Investigative Reporting Project Italy (IRPI) https://irpi.eu/