Giovane ucciso a Crotone, omicida: "La sua famiglia mi spiava"

manette carabinieriCredeva che Giuseppe Parretta spiasse le sue attivita' illecite e per questo non ha esitato ad ucciderlo. E' quanto ha dichiarato Salvatore Gerace, 56 anni, il pregiudicato che ieri pomeriggio ha ucciso a colpi di pistola Giuseppe Parretta, 18 anni, incensurato, al sostituto procuratore della Repubblica di Crotone Alfredo Manca che lo ha interrogato subito dopo il delitto. Salvatore Gerace, con numerosi precedenti per estorsione, spaccio di droga e rapina, ha spiegato al magistrato che si sentiva spiato, di aver notato movimenti che gli avevano dato la convinzione che fosse attenzionato dalla famiglia di Parretta che abita a pochi metri da casa sua. Una famiglia con la quale in realta' erano sorti dissidi gia' da alcuni tempi. Dissidi degenerati nel pomeriggio di ieri quando Gerace ha fatto irruzione nell'abitazione della famiglia Parretta, che e' anche la sede dell'associazione Libere donne presieduta dalla mamma del ragazzo ucciso, cominciando a sparare con un revolver calibro 38 con matricola abrasa. Nell'abitazione in quel momento c'erano la fidanzata di Giuseppe, la mamma, la sorella ed il fratello. Il ragazzo, probabilmente, ha cercato di fare da scudo ai familiari o di disarmare Gerace. L'assassino, dopo aver esploso 4 o 5 colpi, si e' avvicinato a Giuseppe e gli ha sparato da vicino tre colpi, a spalla, fianco e petto. Quest'ultimo mortale. A ricostruire la dinamica del delitto sono stati gli investigatori della squadra mobile della Questura di Crotone che questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa presieduta dal vicario del questore Antonio Ferrante e dal capo della squadra mobile Nicola Lelario.

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