"Aemila", Nicaso: "Chi parlava con la 'ndrangheta lo sapeva bene"

nicaso antonio500"L'aspetto piu' preoccupante del processo Aemilia e' che tutte le persone che hanno avuto a che fare con gli 'ndranghetisti: politici, imprenditori e giornalisti erano perfettamente consapevoli di chi erano i loro interlocutori, ne avevano contezza e non hanno mai avuto alcun dubbio". A sostenerlo e' l'esperto di mafie Antonio Nicaso che oggi, nel primo appuntamento del festival della legalita' "Noicontrolemafie" promosso per l'ottavo anno dalla Provincia di Reggio Emilia (di cui Nicaso e' il direttore scientifico), spiega agli strudenti reggiani il maxi procedimento contro la 'ndrangheta al nord in corso da quasi tre anni nella citta' del Tricolore. E ancora, aggiunge lo studioso, "c'e' stata una cointeressenza: uno che chiede servizi e uno che li offre (generalmente manodopera a basso costo e sostegno elettorale, ndr), chi bussa alla porta e chi la apre". A voler essere "onesti intellettualmente- spiega pero' Nicaso- Reggio Emilia non e' stata a guardare ma ha saputo reagire e, diversamente da altri territori, si e' interrogata sulle infiltrazioni molto prima del processo vero e proprio", aperto dopo gli arresti del gennaio del 2015. E' un'assist a favore degli enti locali reggiani, che Giammaria Manghi, presidente della Provincia, coglie al volo: "Il mondo economico del nostro territorio ha dimostrato una permeabilita' alle infiltrazioni, che sono state silenziose e progressive nel tessuto vivo delle comunita'. Ma in questi anni non abbiamo dormito: ci siamo costituiti parte civile nel processo e abbiamo siglato nuovi e piu' stretti protocolli, consapevoli che la lotta alla mafia non ha una scadenza". E' "un tema di cui ci dovremo occupare a tempo indeterminato- chiude Manghi- ma penso che una reazione sia stata gia' messa in campo".

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I collaboratori di giustizia del processo Aemilia contro la 'ndrangheta al nord che si sono fatti avanti in questi anni (gli ultimi due che hanno deposto in questi mesi sono Antonio Valerio e Salvatore Muto), "testimoniano la credibilita' degli investigatori". Lo spiega l'esperto di mafie Antonio Nicaso, direttore scientifico dell'ottava edizione del festival della legalita' promosso dalla Provincia di Reggio Emilia, citta' nel cui tribunale ha luogo il dibattimento. Nicaso spiega infatti: "I collaboratori non nascono per caso, ma nel momento individuano delle persone con cui dialogare, che ritengono oneste e capaci. Quando cio' avviene questi 'ndranghetisti riescono a collaborare in modo efficace: e' tutta una questione di credibilita'". Quindi "questa presenza di collaboratori in Aemilia e' un ulteriore testimonianza della credibilita' degli investigatori che operano su questo territorio". Ribadisce infatti Nicaso: "Spesso si parla di omerta' ma quando si individuano soggetti capaci tra le forze dell'ordine le collaborazioni arrivano e queste persone, che non sono pentite ma puntano ad evitare pene maggiori, decidono di fare il grande salto". I collaboratori inoltre, "sono insieme alle intercettazioni ambientali e telefoniche indispensabili per combattere le organizzazioni criminali"