21 ordinanze di custodia cautelare nel Crotonese: la droga viaggiava tra frutta e verdura

carabinieri090318Era un'organizzazione composta da soggetti gia' con precdenti penali e sottoposti a misure di prevenzione quella sgominata questa mattina dai carabinieri della compagnia di Crotone nel corso dell'operazione che ha portato all'arresto di 20 persone mentre un'altra, una 28enne crotonese, e' stata sottoposta all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Inoltre un 21enne e' stato arrestato in flagranza poiche' trovato in possesso, a seguito di perquisizione domiciliare, di 260 grammi di marijuana e 5 grammi di cocaina; e' stato sequestrato, inoltre, un "panetto" di hashish del peso di 100 grammi, rinvenuto nelle immediate vicinanze dell'abitazione di un arrestato.

L'operazione e' stata denominata "Fructorum" poiche' alcune delle persone coinvolte sono venditori ambulanti di frutta e verdura ed erano soliti chiamare lo stupefacente con i nomi dei frutti o degli ortaggi. Come hanno acclarato le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Crotone, infatti, il trasporto della droga avveniva spesso all'interno di veicoli carichi di frutta e ortaggi, cosi' da raggiungere anche mete turistiche come le isole Eolie, per il tramite di un venditore ambulante originario del luogo.

I trafficanti chiamavano "patate" e "meloni" quantitativi importanti di sostanze stupefacenti e "fragole" i quantitativi minori. Le indagini sono scattate il 17 gennaio 2014 quando furono arrestate due persone (raggiunte oggi dalla misura cautelare) trovate in possesso di 1,7 chilogrammi di marijuana, 390 grammi di cocaina, materiale per la pesatura e il confezionamento delle singole dosi, 279 cartucce di vario calibro e un giubbotto antiproiettile provento di furto a un istituto di vigilanza di Corigliano Calabro. Da quel momento sono state arrestate altre sei persone e sequestrati ingenti quantitativi di droga. Sono stati cosi' individuati i canali di approvvigionamento dello stupefacente, acquistato nelle province di Catanzaro e Reggio Calabria da corrieri scortati da staffette in auto o in moto per assicurare la sicurezza dei trasporti. In una circostanza, una delle persone arrestate oggi, mentre a bordo di una moto di grossa cilindrata era di ritorno dall'acquisto di una rilevante quantita' di cocaina nel catanzarese, alla vista dei carabinieri impegnati in un posto di controllo all'altezza dell'aeroporto Sant'Anna, si dava a precipitosa fuga che terminava nel quartiere cittadino "Fondo Gesu'" dove pero' veniva bloccato e trovato in possesso di 100 grammi di cocaina purissima. I trafficanti, peraltro, prestavano particolare attenzione ai movimenti delle forze di polizia e quando notavano insolite intensificazioni di pattuglie organizzavano ronde notturne con automobili, facendo la spola tra le sedi dei comandi provinciali per verificare l'eventuale imminenza di qualche operazione. Per sfuggire a eventuali controlli, inoltre, impiegavano anche le donne per trasportare o nascondere, anche nei propri indumenti intimi, la droga.

In un caso, per "coprire" un associato nel corso di una perquisizione domiciliare una di queste donne - hanno accertato i carabinieri di Crotone - ha nascosto negli indumenti intimi circa 60 grammi di coacina ed eroina.

Insieme ai carabinieri della Compagnia di Crotone, all'operazione Fructorum hanno preso parte militari degli altri reparti del Comando provinciale di Crotone, Catanzaro e Messina, una unita' dell'8 Nucleo Elicotteri, del Nucleo Cinofili e dei Cacciatori dello Squadrone Eliportato di Vibo Valentia.

Scaltri al punto da riuscire a comunicare anche dal carcere, attenti al punto da restare in silenzio per ore durante un trasporto di sostanze stupefacenti e di predisporre ronde notturne per verificare i movimenti delle forze dell'ordine, e infine senza scrupoli al punto da utilizzare anche le donne nei loro affari illeciti. Per il procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, secondo quanto riporta l'Agi, "aveva modalita' operative di buon livello" l'organizzazione criminale che i carabinieri di Crotone hanno sgominato con l'operazione "Fructorum", che ha portato all'arresto di 21 persone con l'accusa di associazione finalizzata al traffico di droga (marijuana, cocaina ed eroina), detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di munizioni e ricettazione di un giubbotto antiproiettile rubato a un istituto di vigilanza di Corigliano. I dettagli dell'operazione, che prende il nome dal fatto che alcuni degli arrestati sono venditori ambulanti di frutta e verdura, sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, oltre al procuratore Gratteri, i sostituti procuratori Vincenzo Luberto e Vincenzo Capomolla, il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, Alessandro Colella, e il comandante della Compagnia dei carabinieri di Crotone, Claudio Martino. Luberto ha delineato la struttura organizzativa del sodalizio, che - ha spiegato - "operava nel territorio di Crotone e si approvvigionava utilizzando canali del Reggino, in particolare a Cinquefrondi nella Piana di Gioia Tauro, e da Catanzaro Lido", con un capillare controllo del territorio di riferimento, la piazza crotonese, visto che in una sola serata l'organizzazione era capace di smerciare fino a 20 chili di stupefacente.

Il sostituto procuratore della Dda, Vincenzo Capomolla, ha rivelato che "il capo del gruppo criminale, utilizzando un espediente banale, riusciva a parlare con gli altri associati e a dare disposizioni su come gestire il traffico di droga approfittando della telefonata ai familiari cui aveva diritto: quando chiamava la consorte - ha sostenuto il magistrato - in realta' parlava con i sodali nel frattempo convenuti a casa. E questo avveniva con una certa sistematicita'. Lo stesso riuscivano a fare i componenti dell'organizzazione che si trovavano ai domiciliari. Si tratta - ha commentato infine Capomolla - di un fatto che desta un certo allarme, perche' dimostra che la nostra vigilanza rischia di non essere mai sufficiente e quindi bisogna potenziarla".

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L'organizzazione - e' stato poi rilevato dagli investigatori nel corso della conferenza stampa - irradiava la sua attivita' anche oltre i confini regionali, arrivando a esportare la droga anche in Sicilia, in particolare nell'arcipelago delle Eolie, e curando i trasporti fin nei minimi dettagli: i carabinieri hanno infatti accertato che, per paura di essere intercettati, durante i viaggi gli esponenti del gruppo criminale riuscivano a restare in silenzio anche per due ore, e inoltre spesso ricorrevano a vere e propri "staffette" di auto. Coinvolte a pieno titolo nelle logiche criminali erano anche le donne dell'organizzazione, spesso utilizzate per trasportare o nascondere la droga in modo da sfuggire ai controlli e anche alle perquisizioni domiciliari. Tutte le precauzioni poi - ha riferito il comandante provinciale dell'Arma di Crotone, Colella - venivano adottate dal sodalizio criminale nelle comunicazioni interne al gruppo: "La droga - ha spiegato l'ufficiale dei carabinieri - veniva infatti chiamata con nomi di frutta e verdura e a seconda del quantitativo, nel senso che quando parlavano di patate significava che si trattava di un grosso carico, se parlavano di fragole invece di un piccolo quantitativo, a conferma della scaltrezza e dello spessore criminale di questo gruppo, del resto comprovato dal fatto che ben 15 degli arrestati erano gia' noti alle forze dell'ordine". Inoltre - ha aggiunto il comandante della Compagnia dei carabinieri di Crotone - "abbiamo riscontrato come gli associati ragionassero in termini di economia reale, perche', quando sulla piazza crotonese scarseggiava lo stupefacente, intensificavano ancora di piu' gli sforzi per trovare altri canali di approvvigionamento e garantirsi maggiori guadagni". L'"humus" nel quale si muoveva l'organizzazione disarticolata con l'operazione odierna, partita nel 2014, era comunque un contesto 'ndranghetistico, come ha evidenziato il sostituto Capomolla: "Tra gli associati a un certo punto non sono mancati momenti di conflitto e di tensione, che poi venivano appianati secondo dinamiche tipiche delle organizzazioni mafiose, perche' comunque - ha rimarcato il magistrato della Dda - questo gruppo aveva contatti con le cosche del territorio e quindi da queste traevano una sorta di legittimazione a operare". Nel complesso - ha poi aggiunto il procuratore Gratteri - "abbiamo colpito un'organizzazione che aveva modalita' operative di buon livello, e l'abbiamo colpita con un'ottima indagine". Un'indagine che - ha concluso il sostituto Luberto - "ci consente di segnare un punto importante sul territorio crotonese dopo che con altre inchieste abbiamo colpito le consorterie di Isola Capo Rizzuto e di Ciro'".