Costi Amministrazione Falcomatà: perché l’assessore Neri mente sapendo di mentire

deliberarimodulazionebuonadi Claudio Cordova - Come Armando Neri possa essere diventato un genio della finanza pubblica, è una domanda che gran parte della città si pone. Per convincere anche la restante parte a dubitare delle sue capacità, l'assessore al Bilancio di Reggio Calabria si è impegnato in una lunga, ancorché inefficace replica all'articolo del Dispaccio con cui, non attraverso elucubrazioni, ma semplicemente leggendo gli atti approvati dal Consiglio Comunale, si dava conto della scelta dell'Amministrazione Comunale di aumentare del 20% le somme per "consentire il normale e democratico funzionamento degli organi istituzionali".

Nella sua replica, il collega di studio del sindaco Giuseppe Falcomatà (almeno, e questo va detto, Armando Neri ogni tanto in tribunale lo si vedeva) esordisce parlando degli emolumenti percepiti dal sindaco, dell'indennità del primo cittadino, prosegue argomentando sul gettone di presenza dei consiglieri comunali, raffrontando i dati con quelli di Prato, Modena e, ancora, sostenendo come ogni centesimo sia speso "per il bene della collettività" e che i consiglieri paghino di tasca propria le attività politiche.

Sull'ultimo punto, invitiamo i cittadini a spulciare l'Albo Pretorio circa le diverse, variopinte, trasferte romane del sindaco Falcomatà, del Riccardo Mauro o del Nino Castorina di turno per le quali viene puntualmente chiesto rimborso.

Detto ciò, giova sottolineare come Neri, nel suo flusso di coscienza, parli di tutto tranne degli argomenti posti dall'articolo del Dispaccio. Anzi, l'argomento. La circostanza secondo cui - come recita la delibera del Consiglio Comunale che alleghiamo a corredo di questo articolo - rispetto al 2011, ultimo anno di "politica" prima del commissariamento, "la riduzione, rispetto all'annualità di riferimento viene a essere in questa sede ricondotta nella misura del 10% (in luogo dell'originario 30%)".

In buona sostanza – l'articolo lo spiegava già, ma repetita iuvant - i Commissari avevano ridotto del 30% le spese: l'abbassamento del 30% viene però ricondotto dall'Amministrazione comunale al 10%, il che, rovesciando il discorso, significa che l'Amministrazione ha aumentato del 20% i costi della politica, rispetto alla decisione dei commissari e rispetto al primo anno di Amministrazione dopo il voto dell'ottobre 2014. E questo, è scritto nella delibera, "in funzione del venir meno della sanzione prevista dal precedente Piano a causa dello sforamento del Patto di stabilità riferito alle annualità precedenti; comunque in coerenza con la logica del risparmio che orienta le linee guida del Piano di riequilibrio; a garanzia del funzionamento democratico degli Organi istituzionali".

Sul punto, Neri nulla dice.

Si limita a dire che si è passati "da tre commissari che governavano la Città, ad una macchina amministrativa ben più "pesante" costituita da Sindaco, Giunta e un intero Consiglio Comunale". Se i numeri sono forse un problema per Neri, le parole non lo sono per chi scrive: l'aumento (di questo si tratta, ribadiamolo) del 20% non va solo a modificare l'importo su quanto stabilito dai commissari senza giunta e senza consiglio, ma anche sulla precedente annualità, dove l'Amministrazione Falcomatà era già (ahinoi) in carica. E, come detto, gli organi istituzionali menzionati in delibera erano già attivi e già funzionanti. Malamente, è vero: ma questo, più che alle risorse economiche, attiene purtroppo alle risorse umane.

--banner--

Neri mente, invece, quando dice "da giugno, mese della rimodulazione del piano di riequilibrio, ad oggi, non c'è stato un euro di aumento dei costi della politica e del funzionamento degli organi democratici e istituzionali del Comune". La decisione è infatti messa nero su bianco e se non è stata attuata è solo per l'attesa di un ok da parte della Corte dei Conti.

Ma il tema è politico e va a investire pesantemente le scelte dell'Amministrazione, che ha mantenuto le tasse al massimo, a fronte di servizi carenti, di continui disservizi idrici, di mense che non funzionano, ecc. ecc.: qual è la differenza con la gestione commissariale?

Il dato vero è che l'opera di risanamento dei commissari (sia sotto il profilo antimafia, sia sotto quello economico) non può essere cancellata (o drasticamente rimodulata) al ritorno della politica: altrimenti viene meno lo strumento stesso del commissariamento. E anche se le casse del Comune avessero goduto di maggiore salute rispetto al passato, perché, nel rimodulare il piano di rientro, si comincia proprio dai costi della politica?

Voglia l'assessore comunale rispondere a tutto ciò. In maniera breve e precisa: "per il bene della collettività".

Articoli correlati

L'inchiesta del Dispaccio: http://ildispaccio.it/primo-piano/127174-la-furbata-dell-amministrazione-falcomata-aumenta-i-costi-della-politica-del-20

La replica dell'assessore Neri: http://ildispaccio.it/primo-piano/127268-la-replica-di-neri-costi-della-politica-abbattuti-lontani-i-tempi-delle-furbate

L'intervento del PCI: http://ildispaccio.it/primo-piano/127314-aumento-costi-politica-amministrazione-falcomata-grida-vendetta