Rubinetti a secco, un'oscenità tutta reggina

Riceviamo e pubblichiamo:

Mutismo colpevole ed oltraggioso nei confronti di decine di migliaia di esseri umani in carne ed ossa stremati, ormai da tre mesi, dall'assenza di una regolare distribuzione dell'acqua. E' questa la principale responsabilità addebitabile all'Amministrazione Falcomatà che, raggirando l'opinione pubblica, ha adottato, fin dalle prime ore in cui è esplosa l'emergenza idrica in gran parte della città, il 23 gennaio scorso, un comportamento vigliacco sfuggendo ai propri doveri di chiarezza e trasparenza. Il muro di gomma eretto da Palazzo San Giorgio non ha giustificazioni e deve, obbligatoriamente, essere abbattuto, da tutte le componenti interessate: cittadini, forze politiche di opposizione, associazioni, magistratura, Prefettura. Il diritto a vedersi garantito il servizio idrico, pagato versando cifre esose, è essenziale, primario, elementare. Il suo mancato riconoscimento qualifica, in maniera definitiva ed inequivocabile l'impalpabilità degli attuali amministratori. Finalmente, la scorsa settimana, abbiamo assistito alla levata di scudi da parte di un paio di consiglieri comunali della minoranza: Mary Caracciolo (Forza Italia) e Massimo Ripepi (Fratelli d'Italia). La prima, rendendo nota la presentazione di un'interrogazione all'assessore Angela Marcianò ed al consigliere delegato Paolo Brunetti, preannunciando che, in caso di mancata risposta, si attiverà per compiere ulteriori passi che, a questo punto, attendiamo con ansia e speranza. Il secondo, mettendo il dito nella piaga di una gestione del problema idrico palesemente irresponsabile ed inconsistente. Silenzi inammissibili che hanno permesso di ben comprendere quale sia l'approccio insultante esibito da Falcomatà e compagni: evidentemente impreparati nella conduzione della "cosa pubblica", hanno giocato a nascondino sottraendosi alle responsabilità di coloro che si assumono, volontariamente, l'onere, di guidare una comunità. Non una parola dal sindaco; una striminzita difesa d'ufficio, ormai risalente all'inizio di febbraio, pronunciata da Brunetti; una generica, quanto risibile, presa in carico dell'impegno a risolvere il drammatico inghippo da parte della Marcianò. Un incubo per i cittadini lasciati soli anche dall'associazionismo, o presunto tale, pronto ad esporsi su tutto, dalla querelle Parco Caserta a quella riguardante le selezioni per "Castore" e"Polluce", ma non su un disservizio che pone Reggio Calabria in uno asfittico stato da Terzo Mondo. Nemmeno un sospiro da coloro che un tempo "non tacevano". Nulla di nulla. L'esposto che, stando alla versione fornita da Palazzo San Giorgio, sarebbe stato presentato alla Procura della Repubblica appare, alla luce dell'insopportabile indifferenza esibita dagli amministratori, una ulteriore presa in giro: scaricano la responsabilità su Sorical? Bene, mostrino coraggio e vadano fino in fondo rendendo partecipi i cittadini di quale sia lo stato dell'arte della presunta trattativa con l'azienda che si occupa della gestione del servizio idrico. La mettano spalle al muro se è vero, come dicono, che il nodo da sciogliere è costituito dalla necessità di sostituire un tratto di condotta adiacente il costruendo Palazzo di Giustizia. Impongano con rapidità ed efficacia gli interessi dei contribuenti che rappresentano, dimostrino carattere (fino al momento non pervenuto) e risolvano un problema che, per la sua enormità, se fosse stato gestito da soggetti politici capaci ed esperti, avrebbe trovato il suo naturale epilogo positivo in un paio di giorni. Perdurando questa indegna condizione cui noi cittadini del centro storico, di Sbarre, di Tremulini, di Sant'Anna e di tante altre zone, siamo, nostro malgrado, sottomessi, l'invito rivolto ai consiglieri dell'opposizione è di mettere in atto tutto ciò che in loro potere: chiedano con forza che una seduta del Consiglio Comunale sia dedicata alla vergognosa faccenda. Sarebbe l'occasione propizia, sia sul piano formale che sostanziale, per ascoltare, nella sede deputata, la verità dei fatti: onere, finora non assolto, dal sindaco Falcomatà, dall'assessore Marcianò, dal consigliere delegato Brunetti. Nascondersi dietro l'alibi di comodo secondo cui a Reggio già da decenni si registra una endemica carenza idrica costituisce un abuso della credulità popolare, un falso storico: noi, residenti nelle suddette aree della città, abbiamo, come detto, cominciato a subire il problema tre mesi addietro e reclamiamo a gran voce un immediato superamento delle difficoltà alle quali l'indecorosa ignavia dell'Amministrazione ci sta obbligando. I membri dei Gruppi consiliari della minoranza, in caso di assenza di risposte credibili, dimostrino personalità: siano pronti ad occupare l'Aula e si facciano carico, sulla scorta di quanto prevede il loro mandato di oppositori, dei bisogni di una consistente fetta della popolazione. Analoga richiesta formuliamo a quei Movimenti e Partiti che, pur non avendo componenti eletti in Consiglio Comunale, si sono recentemente mobilitati su altri temi che toccano gli interessi della cittadinanza. Abbiano, pure essi, la consapevolezza, che quello della mancanza di acqua, costituisce la preoccupazione più irritante patita dalla città. E' sulle modalità dell'approccio ad essa che si gioca, ai nostri occhi, la credibilità di tutti: amministratori ed oppositori. E ci auguriamo, naturalmente, che gli organi di informazione ci forniscano il supporto necessario per incalzare, senza tregua, l'Amministrazione Comunale su questa delicatissimo argomento.

Cittadini del Centro storico, Tremulini, Sbarre, Sant'Anna