Quando la "matematica" non si applica alla disabilità: l'appello del papà di Marina, alunna del "Galileo"

carrozzina disabiliAbbiamo ritenuto rilevante la richiesta formulata su facebook dal padre di una ragazzina con problemi di disabilità, da alcuni giorni tornata sui banchi di scuola al pari dei coetanei. Ritenendo che la crescita sociale di una città debba passare anche dalla ferma intenzione di tendere una mano a chi ha già incontrato difficoltà inattese nella vita, pubblichiamo di seguito l'appello rivolto al primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà:

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Signor Sindaco,

Sono il padre di una ragazzina di quasi 14 anni che è regolarmente iscritta alla Classe 3 della Scuola Media Galileo Galilei della nostra città.

La ragazzina, in carrozzina, usufruisce della Legge 104 e purtroppo la sua vita è stata segnata sin dall'inizio dalle conseguenze di una immaturità e prematurità che hanno generato il ritardo psicomotorio di cui soffre da sempre.
Non sto ad enumerarle le problematiche cui andiamo incontro dal punto di vista medico ed, in prospettiva, legate alla salute della ragazza. Vorrei invece soffermarmi sugli aspetti che, drammaticamente, sono legati alle insufficienze ed inefficienze di questa città, ovvero a ciò cui lei, in qualità del ruolo che riveste, potrebbe e dovrebbe saper dare una risposta.

Innanzitutto voglio farle presente, semmai non lo sapesse, che a partire da quest'anno le ore dell' Assistente "Ad personam", fino allo scorso anno di competenza della provincia e da quest'anno competenza del Comune in quanto "Città Metropolitana" (quanto suona paradossale questo appellativo alle nostre orecchie...), sono passate da 12 ad 8. Questo, dalle comunicazioni che abbiamo dalla scuola, dipende dalle linee-guida del Comune, quindi da lei sottoscritte, che stabiliscono senza eccezioni di assegnare UN ASSISTENTE OGNI TRE DISABILI.

Dunque lo scorso anno, essendo in due ragazzini ad usufruire dell'assistente "ad personam", gli stessi potevano contare su 12 delle 24 ore previste. Da quest'anno invece, essendosi iscritta un'altra ragazzina che necessita di assistenza, le ore, sempre 24, saranno divise per 3 e diventeranno 8.

Significa che tutto il peso dell'organizzazione, della gestione, dell'educazione e della crescita dei ragazzi laddove non sarà possibile che la scuola se ne possa far carico, e non lo sarà, ricadrà come sempre accade sulle famiglie, su noi genitori, su chi lotta giornalmente per il diritto alla vita ed alla crescita di questi sfortunati.

Potrei citarle le innumerevoli volte che, in assenza totale di controllo da parte dei Vigili, le strade limitrofe alla scuola sono intasate, non si trova parcheggio, quelli per i disabili sono vergognosamente occupati, spesso da gente senza scrupoli e senza tagliando; potrei ricordarle che la scuola è dotata, o meglio lo sarebbe, considerato che gli stessi sono sempre, SEMPRE, occupati da auto in sosta (VIETATA) di due accessi auto che dovrebbero essere utili proprio per questo scopo, garantire a noi genitori di disabili di portare e prendere i ragazzini nella stretta prossimità della scuola, invece di girare insieme agli altri genitori alla ricerca del miracolo di un posto libero.

Potrei raccontarle la mia lotta QUOTIDIANA contro questo malcostume e questa vigliacca maleducazione, che spesso mi ha portato a confondermi con l'inciviltà dei miei concittadini, ciechi di fronte al bisogno ed alla necessità, incapaci di capire, ma capaci, capacissimi di ribattere "alla reggina", spavaldamente, a volte anche indossando la maglietta dello 'ndranghetista, qui da noi così gettonata.

Preferisco tenere questo dolore e questa lotta all'interno delle mie mura, conscio che questo schifo, che pure potrebbe aiutarmi a combattere (basterebbe un pattugliamento di vigili durante le ore di ingresso uscita), sarà difficile da sconfiggere.

Ma la cosa che mi preme di più che lei sappia è che con la sua firma, o quella di un suo funzionario, quella che ha deciso che le necessità degli assistenti "ad personam" per i disabili siano divisibili per 3 in modo matematico, contribuirà a rendere la nostra vita peggiore di quella che ci è stata riservata dal destino.

Se riesce a dormire con questo pensiero, faccia pure. Altrimenti lasci stare la matematica, che con la disabilità non ha nulla a che fare e dia un'occhiata alle casse, sia pure semivuote o vuote del Comune: sono certo che da qualche parte DEVE esserci qualche spicciolo per aiutare questi ragazzini e noi, le loro famiglie.

"L'assistenza all'autonomia e alla comunicazione è un'assistenza specialistica ad personam, che dev'essere quindi fornita al singolo studente con disabilità– in aggiunta all'assistente igienico-personale, all'insegnante di sostegno e agli insegnanti curricolari–per sopperire ai problemi di autonomia e/o comunicazione sussistenti nello studente"

Saverio Labate, papà di Marina