Reggina, il gruppo asiatico progetta il salto in B. No alle speculazioni

logo1914di Paolo Ficara - Stranieri sì, fessi no. Confortato dai recenti risultati, che dovrebbero consentire la permanenza in Serie C, il gruppo asiatico interessato alla Reggina muoverà qualche passo verso la P&P Sport, subito dopo Pasqua. Il contatto dovrà partorire una valutazione congrua del club, per la totalità delle quote. Contabilità e bilanci alla mano, s'intende.

Tale gruppo è intenzionato a fare calcio in Italia, partendo dalla C: si instaurerà nella piazza che offrirà le migliori condizioni iniziali, assieme ad un certo appeal motivato dal numero dei sostenitori. Nel caso della Reggina, o di altra pari categoria, è pronto il progetto tecnico per puntare immediatamente ad un campionato di vertice. Già avviati i contatti con alcuni calciatori dal curriculum importante. Tra questi, un centrocampista che fino a poco tempo fa ha giocato in Serie A, vincendo anche un campionato in una prestigiosa parentesi estera.

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Al momento, per Reggio Calabria si tratta solo di un sogno, del quale almeno ci prendiamo la responsabilità di informare la tifoseria. Se si passerà dal sogno alla realtà, il merito sarà della politica e della P&P Sport. Solo il compianto Oreste Granillo riuscì a lasciare la Reggina, gratis in Serie C, nelle ottime mani di un armatore come Amedeo Matacena senior. Qui saremmo a livelli superiori.

Allo stesso modo, se l'interesse (con trattativa prossima a nascere) non partorirà una fumata bianca, anzi amaranto, la gravissima responsabilità apparterrà in egual modo a politica ed attuale proprietà. L'idea di speculare sul reale valore della Reggina, non deve accarezzare nemmeno l'anticamera del cervello. Farsi sfuggire un'opportunità del genere, solo per il gusto di chiedere il triplo del reale valore, sarebbe una follia. Chi è convinto di dover rientrare dalle spese sostenute, forse pensa che dall'altro lato ci sia gente che non ha mai fatto impresa in vita propria.

Ovviamente nessuno può imporre alla P&P Sport di cedere le proprie quote. Dopo l'apertura a mezzo stampa di qualche giorno fa, non è partita nemmeno una telefonata verso i rappresentanti italiani del gruppo asiatico. Ci si aspetta che il sindaco ce li accompagni fino a dentro casa? Se non c'è l'intenzione di vendere, è bene dirlo chiaramente. Se, invece, questa non-mossa cela contatti magari in fase primordiale con altri imprenditori (Cosentino?), ce ne accorgeremo presto.

Una cosa è certa. Se la Reggina non cambierà proprietà entro l'inizio della prossima stagione, le sorti calcistiche scivoleranno verso un buio sempre più profondo. La piazza non potrà accettare uno, due, tre, chissà quanti anni ancora di pane e salame, specie sapendo che esiste la concreta opportunità di vedersi servito il caviale.

La politica non si faccia scappare una grossa opportunità per la città. E tenga a distanza i compari.