Reggio, Confesercenti: "Serve patto sociale per rilanciare il territorio"

"Negli ultimi mesi ogni studio, ogni rapporto, ogni classifica sulla situazione economica e sociale italiana ci consegna dati catastrofici riguardo la Calabria e più in generale il Meridione.
I numeri continuano ad essere impietosi, descrivendo in maniera fredda, imparziale e inconfutabile il crescente divario tra Nord e Sud che rende ancora più profondo e invalicabile il solco che da sempre ha diviso in due l'Italia". Lo scrive Claudio Aloisio – Presidente Provinciale Confesercenti

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"Al momento, purtroppo, non appare all'orizzonte alcun segnale che ci consenta di scorgere uno spiraglio positivo, qualcosa a cui aggrapparci per risalire la china di una crisi che sembra non avere mai fine, anzi, ogni dato a nostra disposizione ci spinge, nostro malgrado, ad essere pessimisti.
A conferma di ciò arriva l'ultimo rapporto rilasciato dalla CGIA di Mestre sull'attuale divario tra Nord e Sud.
Questo studio ha valutato quattro indicatori: il PIL pro capite, il tasso di occupazione, quello di disoccupazione e il rischio di povertà o esclusione sociale, certificando che dal 2007 ad oggi c'è stato un netto peggioramento, a sfavore del meridione ovviamente, su tutti e quattro i punti presi in esame.
Come se non bastassero questi dati sconfortanti, approfondendo scopriamo che la Calabria, sui primi tre dei quattro indicatori, risulta essere la regione italiana, col peggior reddito pro capite, il più basso tasso di occupazione e il più alto di disoccupazione.
In questo quadro fortemente negativo per la nostra Regione, ultima tra gli ultimi, "brilla" la Città Metropolitana di Reggio Calabria, con la più alta tassazione in Italia è anche la provincia con il più basso tasso di occupati a livello nazionale, il più alto tasso di disoccupazione giovanile e al penultimo posto nella classifica sulla qualità della vita stilata dal Sole 24 Ore.
Ci chiediamo quanto ancora potranno resistere gli imprenditori, gli esercenti, i lavoratori, i cittadini di questa martoriata città prima che il già fragile sistema economico reggino imploda su se stesso aggiungendo macerie a macerie, sino a quando le persone oneste e operose della nostra comunità potranno sentirsi tutelate da uno Stato che invece di affrontare con serietà e concretezza questi atavici problemi pensa bene di scippare a Reggio un presidio di legalità come l'Agenzia dei Beni Confiscati.
Sino a quando continueranno a sentirsi pienamente rappresentate da quelle istituzioni che, lentamente, stanno facendo morire l'Aeroporto dello Stretto con tutto ciò che ne consegue in termini occupazionali e di sviluppo territoriale?
Noi crediamo sia giunta l'ora di avviare un serio patto tra le parti sociali per iniziare a programmare il futuro in modo da tentare di invertire questo trend inesorabilmente negativo prima di giungere ad un punto di non ritorno.
Questo sarà possibile solo se le istituzioni, le associazioni datoriali, professionali e sindacali, l'università e tutti gli attori economici e sociali faranno fronte comune, coordinandosi tra loro, per trovare una via di sviluppo concreta e percorribile che possa finalmente valorizzare una terra, la nostra, dalle mille potenzialità.
Solo insieme, solo facendo rete dimenticandosi delle invidie, dei personalismi e delle strategie politiche di piccolo cabotaggio, potremo crescere, rivendicare i nostri sacrosanti diritti e affrontare le tante cruciali sfide che ci riserva il domani".