Falcomatà e Marcianò, PCI: "Per il Sindaco ormai è: o lei o me"

"Oramai il primo cittadino e' proprio fuori controllo: il mancato incarico alla segreteria nazionale del PD ha fatto esplodere, a livelli paranoici, il suo disturbo narcisistico ed oramai, senza più freni inibitori, infila una idiozia politica dietro l'altra.
Gli avvoltoi del suo partito non aspettavano altro e, quando ha posto il dilemma :" O lei o me", hanno immediatamente finto di scegliere lui, attraendolo in una trappola mortale". Ad affermarlo l'Avv. Salvatore Chindemi responsabile per le politiche della città metropolitana del PCI.

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"Forte del consenso degli " amici" ( ma si ha notizia certa che già alcuni di loro hanno già dato la loro disponibilità' alla futura " proscritta", in vista del dopo Falconata') tenta di licenziare l' assessore più competente e trasparente della sua Giunta, la quale avrebbe peccato di superbia e lesa maestà, accettando l' incarico nazionale, che riteneva toccasse a lui , forse per diritto divino, riuscendo nel capolavoro politico di creare una martire politica che da questo momento sarà, sempre più , una protagonista della vita politica della città.
Errore politico clamoroso, questo , che metterà' una pietra tombale a questa insignificante, quanto disastrosa, avventura politica, poiché a tutti e' evidente che questa ennesima Svolta di Falcomata', ( che rinnega platealmente Renzi ,fino a qualche settimana fa osannato come il fenomeno che avrebbe salvato l' Italia, il mezzogiorno, nonché la Calabria ed il suo ex capoluogo), è dettata solo da biechi risentimenti personali.
Questa squallida vendetta e' chiaramente connotata da una incredibile pochezza politica, condita di cinismo, arroganza, rancore e disumanità , consumata nei confronti, peraltro, di una giovane mamma , che si accinge a dare alla luce un figlio!! ( non penserà , la nostra giovane assessora,se maschio, di chiamarlo Giuseppe!!)
Sta tentando di mascherare la sua vendetta personale in atto politico, con la comica invenzione di un rimpasto di giunta, schierando, in modo vile e strumentale, gran parte dei suoi lacchè ,ma nel contempo si contraddice , clamorosamente, allorquando protesta, per la prestigiosa nomina nazionale della Marciano' , presupponendo che la stessa non abbia i " requisiti "fondamentali per il ruolo , cioè l'iscrizione al partito .
Non contano quindi competenza , onestà, abnegazione , dedizione alla causa , serve solo " l' appartenenza" al sistema partito, salvo poi , quando si è all'interno, trasferirsi impunemente da una componente all'altra, secondo convenienza.
Ma ora , il nostro, accecato dall' invidia e dal risentimento, si è' infilato in un " cul de sac" da cui è complicatissimo uscire: se ritirerà le deleghe alla Marciano', come sembra adesso inevitabile, firmerà la sua fine politica, già irrimediabilmente compromessa; se invece farà precipitosa marcia indietro, sarà stritolato dagli stessi ingranaggi che aveva maldestramente predisposto per annientare la sua rivale.
Ma in tutta questa surreale vicenda dove sta la città', i suoi bisogni, le sue esigenze e le sue aspettative di rinascita?
In tutto questo dove si può individuare la famosa Svolta che avrebbe fatto rivivere la Primavera di Reggio, creata e messa in campo, mirabilmente, qualche decennio fa, dal Falcomata' vero?"