Reggio, "Insieme per la disabilità": "Psichiatria nell'ASP 5 allo sbando, cambiare direzione"

"E' da tempo che la nostra associazione di familiari di persone che subiscono le inefficienze, le magagne e le angherie di chi dirige il settore Psichiatria segnala ai responsabili istituzionali l'assoluta necessità di intervenire per porre fine allo scempio che incombe su un settore così importante della salute delle persone, che viene invece relegato nel dimenticatoio e lasciato gestire in relazione ad interessi che sono ben lungi dal rappresentare le necessità degli utenti. Il percorso scandito nell'ASP 5, in particolare negli ultimi due lustri, è caratterizzato da una paurosa involuzione. Si, paurosa, perché rivela la mancanza assoluta di volontà da parte di chi la dirige ad ottemperare alle proprie funzioni in relazione a quelli che sono i bisogni degli utenti, perseguendo invece logiche personalistiche ben lungi dall'assicurare qualità ed efficienza ai servizi, laddove erogati". Lo scrive la Presidente di "Insieme per la disabilità", Immacolata Cassalia.

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"Paurosa perché denota la mancanza di volontà da parte della Politica di instaurare il necessario cambiamento, o forse "solo" l'incapacità ( chissà perché ) a farlo. Nell'uno e nell'altro caso, superfluo dirlo, purtroppo il risultato è lo stesso: le pesanti conseguenze vengono "pagate" dagli utenti, dalle persone che soffrono e dai loro familiari. Neanche uno , uno solo, dei servizi che la Psichiatria dovrebbe erogare è degno di tale nome . Il "servizio" di diagnosi e cura dell'Ospedale Riuniti si svolge in condizioni simili, anche dal punto di vista igienico, a quelle che caratterizzavano la gestione dell'Ospedale Psichiatrico di Reggio Calabria: un "manicomio" in assoluto tra i peggiori, indicato dai media nazionali e d'oltralpe come l'emblema del peggiore decadimento, anche in termini di umanità, delle istituzioni. Non esiste, nel nostro territorio, un protocollo adeguato per l'organizzazione e la gestione del "Trattamento Sanitario Obbligatorio"; il tutto viene lasciato alla eventuale buona volontà dell'operatore di turno. I servizi domiciliari sono sostanzialmente e colpevolmente inesistenti, così come i centri diurni, attività che dovrebbero invece costituire l'asse portante dei servizi per la salute mentale. Ma quel che è ancora peggio, ammesso che sia possibile una classificazione degli obrobri e del marcio che caratterizza la gestione della psichiatria, è la situazione in cui versano le strutture residenziali esistenti nel territorio. E' ormai dal 2011 che l'ASP 5 ha abbassato drasticamente il livello e l'obiettivo delle prestazioni ivi erogate. Le strutture preesistenti, di certo globalmente già affette dai mali che conseguono alla cattiva gestione della cosa pubblica nel nostro territorio, hanno subito un'ulteriore tracollo in nome di una proclamata riorganizzazione che si traccheggia da almeno 6 anni. Il cui unico risultato è stato quello di abbassare ulteriormente e drasticamente il livello dei servizi erogati. Ma c'è di più!! La "perla" che rende completo questo drammatico quadro è il blocco dei ricoveri imposto dalla Direzione del DSM e dall'ASP già dal 2015 che tuttora permane. Un vero e proprio atto di inciviltà posto in essere con protervia. Cartina al tornasole dell'incapacità della Politica locale di assicurare un minimo di dignità alla propria azione . Ma anche, ahinoi, indice di debolezza della società civile e di tutte le istituzioni che, di fronte a siffatte situazioni, non riescono ad assicurare una reazione che riporti giustizia. In questo quadro, in cui nonostante tutto emergono segnali di buona volontà da parte di alcuni operatori del settore, finisce che ogni iniziativa positiva viene mortificata da un'interpretazione paradossale e non certo disinteressata della burocrazia. Il caso più eclatante è quello del trasferimento della "Comunità Alloggio C", da un vecchio e fatiscente edificio "pubblico", in uno nuovo ed adeguato. Orbene la cooperativa che ha reperito il nuovo immobile si è trovata ad essere oggetto di una sistematica azione persecutoria di cui vorremmo sapere le vere motivazioni, considerendo che altre realtà similari portano complessi disagi verso l'utenza e sono tutelati da scelte arbitrarie e da accomodature che ci fanno riflettere. Il blocco dei pagamenti analogamente posto in essere verso tale struttura dalla stessa Direzione della Psichiatria dopo il trasferimento, è un'azione vessatoria visto che la cooperativa eroga un servizio di presa in carico della persona!! Tali azioni, sinora non ostacolate se non avallate dai vertici dell'ASP, comportano la inevitabile conseguenza di portare alla chiusura della struttura. E' questo l'obiettivo che ci si pone? Da chi? E perché? "Insieme per la Disabilità" UNASAM non accetta l'esistenza di tali situazioni di cui le vittime risultano essere gli utenti dei (pochi) servizi esistenti, nonché le persone sofferenti che non trovano alcuna risposta, per quanto fragile, ai loro bisogni. Risulta di tutta evidenza la necessità che le autorità, politiche e non, agiscano tempestivamente per far si che la gestione della psichiatria assicuri correttezza e livelli di servizi accettabili. Questa associazione ha già provveduto ad informare gli organismi nazionali della situazione esistente nell'ASP 5 ed in mancanza di tempestive risposte non esiterà ad adottare, anche nel panorama nazionale, ogni ulteriore iniziativa finalizzata a riportare la gestione della Psichiatria a un livello trasparente, legale finalizzato al reinserimento della persona con sofferenza mentale nella società. Attendiamo risposte, urgenti. I nostri familiari non possono ancora aspettare!".