Reggio, ex assessore Plutino condannato definitivamente per associazione mafiosa

plutinogiuseppe 500La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per associazione mafiosa nei confronti dell'ex assessore comunale di Reggio Calabria, Giuseppe Plutino, ma lo ha assolto dal reato di estorsione e ha annullato con rinvio a una nuova sezione della Corte d'Appello di Reggio Calabria il reato di tentata estorsione nei confronti dell'allora consigliere regionale Giovanni Nucera. Pino Plutino, l'ex assessore della giunta di centrodestra punito in primo grado a 12 anni di carcere per concorso esterno associazione mafiosa, in Appello si vide infliggere 9 anni di carcere per associazione mafiosa. Una sentenza – quella emessa nel processo "Alta Tensione" – che viene ora confermata e resa definitiva dalla Corte di Cassazione: Plutino è quindi, un affiliato alla 'ndrina di San Giorgio Extra, a sua volta federata al potente cartello dei Libri. I legali di Plutino, gli avvocati Andrea Alvaro e Marco Gemelli, "salvano" gli altri capi di imputazione.

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Plutino paga, in particolare, la propria vicinanza ai fratelli Condemi. Domenico, in particolare, è ritenuto un uomo forte del rione San Giorgio Extra. L'indagine ha mostrato la forza opprimente della 'ndrangheta su quel territorio, ma che ha messo al centro delle investigazioni, anche la tentata estorsione subita dal consigliere regionale Gianni Nucera, cui i Condemi (e Plutino) avrebbero provato a imporre l'assunzione nella struttura di Palazzo Campanella di un elemento di riferimento della cosca. Tra le accuse contro Condemi, infatti, vi fu anche la testimonianza del consigliere regionale di centrodestra che parlerà di pressioni per l'assunzione nella struttura di Palazzo Campanella di Maria Cuzzola, figlia di Natale Cuzzola e nipote di Gino Borghetto, uomo ritenuto esponente di spicco della 'ndrangheta di San Giorgio Extra e del rione Modena. In sede di indagine e in aula, Nucera si presenterà come personaggio sostanzialmente vessato dalle continue richieste dei Condemi e di Plutino. E minimizzerà i rapporti con entrambi. In aula, però, emergerà qualcosa di diverso, tanto da indurre il pm Musolino a iscrivere il politico nel registro degli indagati, prima per corruzione elettorale e successivamente per concorso esterno in associazione mafiosa.

La vicenda, ora, crolla davanti alla Cassazione. Per Plutino arriva la condanna definitiva solo per associazione mafiosa.