"Caso Fallara": il 4 aprile Scopelliti davanti alla Cassazione per il giudizio definitivo

scopellitigiuseppe19dic500di Angela Panzera - Fissato il processo in Cassazione per l'ex sindaco reggino, ed ex governatore calabrese, Giuseppe Scopelliti. Il 4 aprile, dinanzi ai giudici della Quinta Sezione, andrà in scena l'ultimo atto del processo sul cosiddetto "Caso Fallara", celebrato per far luce sulle spese pazze del Comune di Reggio Calabria negli anni del "Modello Reggio", la stagione politica che proiettò Scopelliti all'elezione plebiscitaria alla carica di presidente della Giunta Regionale.

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Alla sbarra ci cono anche gli ex revisori dei conti di Palazzo San Giorgio. Gli imputati hanno infatti, presentato ricorso avverso la sentenza emessa il 22 dicembre del 2016 quando i giudici della Corte d'Appello reggina, presieduta da Adriana Costabile con Giacobello e Varrecchione a latere, condannarono Scopelliti a cinque anni di carcere.

I tre revisori dei conti del Comune Carmelo Stracuzzi, Domenico D'Amico e Ruggero De Medici, furono tutti puniti con due anni e quattro mesi di reclusione.

Il procedimento nasce dallo scandalo che ebbe per protagonista la dirigente del Settore Finanze del Comune di Reggio Calabria, Orsola Fallara, morta per ingestione di acido muriatico alla fine del 2010, proprio all'inizio della bufera abbattutasi su Palazzo San Giorgio.

Scopelliti è stato condannato per i reati di falso e abuso d'ufficio: a essere punita è la gestione che porterà il Comune a elargire somme anche di rilievo a Rtl (o, ancor prima, a varie soubrette portate in riva allo Stretto da Lele Mora per la "Notte Bianca"), piuttosto che per l'acquisto delle statue Rabarama. Di converso, però, sarebbero ben presto mancati i soldi per pagare le imprese attive negli appalti pubblici, creando diverse incompiute (su tutte il Palazzo di Giustizia, ancora, a distanza di molti anni, lontano dalla conclusione dei lavori). Stando agli accertamenti svolti dai consulenti della Procura, il Comune avrebbe anche omesso di versare le ritenute ai dipendenti. A proiettare le parti processuali negli anni del "Modello Reggio" saranno i due ex consiglieri comunali, Demetrio Naccari e Seby Romeo, tra i primi testimoni chiave ascoltati in aula nel primo grado di giudizio. Sarà proprio grazie al loro esposto che l'indagine e il processo contro Scopelliti & co. avrà inizio. Scopelliti e i revisori dei conti erano alla sbarra per gli artifizi contabili che avrebbero sì permesso a Scopelliti di acquisire un consenso politico smisurato, tale da valergli l'elezione plebiscitaria alla carica di presidente della Giunta Regionale, ma anche avrebbero portato l'ente di Palazzo San Giorgio quasi sul lastrico.

La Corte d'Appello di Reggio Calabria ha mitigato di un anno la durissima sentenza di primo grado, allorquando il Tribunale presieduto da Olga Tarzia condannò l'allora governatore a sei anni di reclusione per falso e abuso in atti di ufficio relativamente ai bilanci del Comune negli compresi tra il 2008 e il 2010 quando ricopriva la carica di sindaco. I tre revisori dei conti invece furono condannati a tre anni e sei mesi di reclusione ciascuno poiché, secondo l'impianto accusatorio, non svolsero regolarmente il loro operato rispetto alla corretta esecuzione delle procedure economico-finanziarie, permettendo di fatto a Scopelliti di compiere il proprio disegno politico-amministrativo. A poco sono valsi gli sforzi della difesa di Scopelliti: a essere punito è un intero modello amministrativo.

In quegli anni, infatti, l'onnipotente dirigente del Settore Finanze, Orsola Fallara, morta per ingestione di acido muriatico esattamente sei anni fa, avrebbe fatto spregio delle casse comunali, anche tramite una serie infinite di liquidazioni milionarie per se stessa e per il proprio compagno.

Adesso quindi si celebra l'ultimo atto di uno dei più importanti processi celebrati negli ultimi anni in riva allo Stretto.