Consiglio Metropolitano di Reggio Calabria, approvato il Bilancio finanziario

falcomata cons metropolitanoSecondo importante appuntamento per la Città Metropolitana di Reggio Calabria per l'approvazione del bilancio previsionale secondo l'iter previsto dalla legge.
Dopo una prima approvazione da parte del Consiglio, che nella giornata di ieri ha affrontato anche altri argomenti, approvando importanti opere pubbliche da realizzare in favore della viabilità e dell'edilizia scolastica, questa mattina è stata la volta della Conferenza metropolitana che ha visto riunirsi i sindaci dell'intero territorio per fornire un parere obbligatorio, sebbene non vincolante, sul documento contabile. Con 55 voti favorevoli e 1 contrario la Conferenza dà parere positivo al Bilancio d'esercizio Finanziario anni 2018/2019/2020, e al Dup Documento Unico di Programmazione 2018/2020.
Grande soddisfazione è stata espressa dal Sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà per l'unanimità sostanziale dei rappresentanti dei territori a testimonianza della condivisione totale di strategia e di azione dell'Amministrazione, cristallizzata col previsionale.

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Rinviata invece la questione riguardante la modifica dello statuto già approvata ieri in Consiglio.
Nel pomeriggio, poi, il Consiglio ha approvato all'unanimità della sola maggioranza, a causa dell'uscita della minoranza dall'Aula, il Documento Unico di Programmazione 2018/2020 (D.U.P.) e lo Schema di Bilancio d'esercizio Finanziario anni 2018/2019/2020".
Approvate inoltre delle modifiche, non sostanziali ma funzionali, al regolamento per l'istituzione dell'ufficio Garante dell'Infanzia.
Rinviato al prossimo Consiglio il punto relativo alla modifica dello statuto Svi.Pro.Re per permettere ai consiglieri di minoranza di valutare e votare il testo.
Infine, approvato il documento, su richiesta dei comitati di insegnanti, che hanno investito gli enti pubblici di supportare la loro iniziativa, espressa con una mozione, attraverso la quale si chiede al Miur di attivare tutte le soluzioni possibili perché gli insegnanti che lavorano al nord Italia possano tornare nella propria terra occupando i posti vacanti.