Dializzati, Scura rassicura: “Il centro si farà, pronto un milione di euro”. E sull’Asp: “Nessuna incompatibilità tra i due ruoli”

scura massimo2di Mario Meliadò - Si è svolta la programmata riunione circa i dializzati reggini e calabresi a Palazzo del Governo, promossa dal Prefetto Michele Di Bari. Proprio lui nei giorni scorsi giorni aveva detto che il 12 settembre sarebbe stato uno spartiacque nella storia dei pazienti costretti a dialisi sul territorio cittadino e regionale. Erano presenti: Massimo Scura, non come Commissario Governativo ma come Commissario dell'Azienda Provinciale di Reggio Calabria: "Nessuna incompatibilità tra i due ruoli", ha inteso precisare ; il sindaco Giuseppe Falcomatà; il Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliera Metropolitana, Frank Benedetto; il presidente calabrese dell'Aned (l'Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e trapianto), Antonio Montuoro.

Dopo un lungo e complesso percorso interistituzionale con tutti gli Enti coinvolti, avviato dalla Prefettura nel novembre dello scorso anno, oggi si registra un primo risultato: una soluzione condivisa per allievare i disagi, i disservizi operativi e le costose migrazioni extraregionali, per gli utenti dializzati.
Difatti, entro la fine del corrente mese l'ASP sarà in grado di assorbire presso il presidio ospedaliero di Melito Porto Salvo 12 pazienti in emodialisi.

Uno sguardo al futuro. E' stato Scura a far sapere che la predisposizione a regime di un centro specifico dialisi a Reggio Calabria è in dirittura d'arrivo, ha infatti sbloccato il percorso di iter amministrativo e autorizzativo. "Ci sono già i soldi – ha tranquillizzato tutti - un milione di euro". Ed è stata già individuata la sede: il cd Polo Sanitario 5, ex Enpas, in via Placido Geraci (struttura che, qualora fosse realmente destinata a questa finalità, andrebbe completamente rimodernata).

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tavolo dializzatiRassicurati dalle promesse di un futuro "certo", si torna all'incertezza del presente: il temporaneo, ci si chiede, come si affronta? Ancora, Scura ha inteso rassicurare: "L'Azienda Ospedaliera darà una mano". Dato importante, confermato anche da Benedetto, che ha però smorzato i toni dell'entusiasmo precisando la assoluta eccezionalità, legata al carattere dell'emergenzialità, e di questo aiuto: "Massimo tre/quattro mesi". Tempo certamente inferiore a quanto invece sarebbe necessario. Innanzitutto per la necessaria formazione del personale medico. In secondo luogo per mettere a norma la struttura individuata. Il presente, resta quindi, incerto.