Villa San Giovanni (RC), doppio appuntamento al Teatro Primo con “'Nta ll'aria”

Sabato 24 Novembre, alle ore 21, e domenica 25, alle ore 18:15, andrà in scena al Teatro Primo di Villa San Giovanni (RC) lo spettacolo "'Nta ll'aria", diretto da Tino Caspanello.
"Due operai, un balcone da dipingere, parole senza peso per fare scorrere il tempo. E potrebbe essere l'eternità, così, per sempre, con la sua logica, le sue certezze, la sete, la fame e la solitudine. Potrebbe essere così, per sempre, se non arrivasse – si legge in una nota - qualcuno che è fuori dal disegno, fuori dalla perfezione, qualcuno che non sa dove andare, perché trovare un posto, nel cuore, è ormai quasi impossibile; qualcuno che però ha molto da offrire, tra un caffè e l'altro, tra un bicchiere di vino e un sogno rubato all'immaginazione; qualcuno che ancora guarda il mondo e lo ascolta, oltre i suoi rumori, oltre il suono delle sue parole, per scoprirne i segreti che viaggiano sotto la sua pelle".

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"'Nta ll'aria, come tanti altri spettacoli del Teatro Pubblico Incanto, vuole raccontare, semplicemente, mettendo la lente di ingrandimento su fugaci percezioni quotidiane e ingrandendole fino a trasfigurarle in storie in cui si riflette tutto il macrocosmo, perché la vicenda dei due imbianchini, intersecata a quella della donna che irrompe all'improvviso nella loro routine, è una riflessione sui condizionamenti che, troppo spesso, ci impediscono di accettare l'altro, il diverso da noi, solo perché la sua diversità rappresenta una minaccia alla nostra presunta normalità. Non ci si rende conto che ogni essere umano possiede una ricchezza di emozioni, un bagaglio di verità, che appartengono a tutti noi, che ci arricchirebbero se solo cominciassimo a rispettarne l'origine, la causa e la differenza. Viviamo ormai troppo spesso legati a pregiudizi che ci impediscono di vedere oltre il nostro io, pericolosamente attaccati a modi di pensare che si raggrumano, nel tempo, formando attorno al nostro sentire una crosta che non lascia più battere il nostro cuore seguendo il ritmo che gli è naturale. Per fortuna, di tanto in tanto, sulla strada si incontra ancora qualche santo, una folle, o un poeta, che riescono a ricondurci nei luoghi in cui la vita si addensa secondo le regole del caos più ordinato.
La lingua del testo è il dialetto della parte messinese della Sicilia, semplice, scarnificato, ridotto a volte a puro suono e la scrittura, ispirata al parlare quotidiano, senza alcuna intercessione stilistica, evita di scendere in profondità, per lasciare al pubblico spazi per interventi personali, luoghi di vuoto da colmare con la propria partecipazione".