'Ndrangheta internazionale, De Raho: “Importate oltre due tonnellate di cocaina”

de raho conf"Si è creato un unico centro di condivisione delle indagini, che hanno consentito di acquisire il quadro del traffico internazionale di stupefacenti di varie cosche, le quali organizzavano il traffico e soprattutto l'importazione di cocaina proveniente da diversi Paesi produttori come Colombia, Guyana, Suriname, Brasile, Ecuador e Perù. Sono state importate oltre due tonnellate di cocaina e 500 chilogrammi sono stati sequestrati in tante occasioni". Così il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, in conferenza stampa a Roma dopo il maxi-blitz con 90 arresti contro la 'ndrangheta in diversi Paesi europei e in Sudamerica.

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Trentatre chili sono stati individuati in tre distinte operazioni portate a termine tra marzo e giugno 2017, mentre dallo scambio informativo con il Fiod olandese, gli investigatori hanno ricostruito un episodio risalente al 2015, quando il sodalizio, sfruttando una ditta costituita ad hoc, aveva tentato di importare, con la complicita' di trafficanti di Guyana e Suriname, 95 chili di cocaina sequestrati nel porto di Rotterdam. Nel novembre 2016, sono stati sequestrati 57,77 kg di cocaina giunti nel porto di Gioia Tauro. Nello stesso porto sono stati intercettati 25,66 chili nel marzo 2017 e 15,67 nel novembre 2016. Altri 129 chili di sostanza destinata al porto di Napoli, erano stati intercettati precedentemente, nell'aprile 2016, dalle autorita' panamensi. Le "menti" 'ndranghetiste del narcotraffico erano capaci anche di "delocalizzare" le rotte della polvere bianca. E' successo nel gennaio 2017, quando il container con la droga e' stato dirottato dall'Olanda al Belgio per lo sdoganamento. Ma nonostante questo il carico, di 169,45 chili e' stato ugualmente intercettato nel porto di Anversa. Infine, ad aprile 2018, 7 chili di coca sono stati intercettati nel porto di Livorno. Destinazione che, per gli investigatori, conferma le potenzialita' degli indagati che, con facilita' estrema riuscivano a trovare in piu' porti quello che nel gergo dei narcos viene definito come "scarico", cioe' la possibilita' di far uscire la droga dal porto d'arrivo grazie ad "agganci" locali.

"Quello che è stato evidenziato - ha aggiunto De Raho - è che i porti usati erano quelli di Anversa, Rotterdam oltre che quello di Gioia Tauro e, a volte, Genova, Livorno, Napoli e Salerno. Le indagini hanno evidenziato che la 'ndrangheta ha iniziato a delocalizzare gli arrivi e le importazioni da Gioia Tauro ad altri porti, dove la 'ndrangheta aveva gruppi di portuali, che erano soggetti referenti. La sostanza stupefacente, proveniente dai porti del Nord Europa, veniva inviata a Milano, ma anche in Emilia-Romagna e in Calabria. Era particolarmente intenso il rapporto con un gruppo criminale di turchi e la criminalità organizzata albanese".

Le cosche della 'Ndrangheta della Locride hanno cercato di pagare i fornitori di droga sudamericani in bit Coin. Il particolare e' emerso nel corso della conferenza stampa in corso a Roma sull'operazione denominata "European 'Ndrangheta connection". "Abbiamo accertato per la prima volta - ha detto il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho - il tentativo di pagare la droga in bit Coin a dimostrazione che i canali informatici sono la nuova frontiera".

"Abbiamo la prova - ha aggiunto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo - che le cosche hanno proposto ai loro referenti in Brasile il pagamento in bit Coin. Questi pero' hanno rifiutato ma non per mancanza di fiducia quanto probabilmente per incapacita' delle strutture. Questo dimostra la capacita' della 'Ndrangheta di portarsi avanti. Le cosche sono pronte gli altri no".