Nuovo avviso di garanzia per Mimmo Lucano: è accusato di truffa

LucanoMimmo4 ottobre2buonaNuovo avviso di garanzia della Procura di Locri per Mimmo Lucano, il sindaco sospeso di Riace, a cui i pm ora contestano anche alcuni capi di imputazione per truffa, nell'ambito del secondo filone dell'inchiesta "Xenia". Oltre a Lucano sono finite nel registro degli indagati altre 9 persone, accusate di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche che ammontano a 134 mila euro. Un avviso di garanzia, recapitato dal pm Ezio Arcadi, che arriva a meno di 24 ore dal rinvio a giudizio disposto ieri nei suoi confronti dal gup che lo ha spedito a processo l'11 giugno, insieme a 28 persone, per la gestione, ritenuta illecita da inquirenti e Guardia di Finanza, dei progetti di accoglienza e integrazioni dei migranti residenti nel piccolo borgo calabrese, divenuto famoso in tutto il mondo proprio per queste iniziative.

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Adesso la Procura locrese contesta a Lucano, su cui permane il divieto di dimora a Riace in attesa che si ripronunci il Riesame reggino, di aver "indotto il Servizio Centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e la Prefettura di Reggio Calabria, ricorrendo all'artifizio di predisporre una falsa attestazione a firma del sindaco dove veniva dichiarato che le strutture di accoglienza per ospitare i migranti a Riace erano rispondenti e conformi alle normative vigenti, laddove in effetti così non era". L'assenza di questi requisiti avrebbe consentito, secondo l'accusa, un ingiusto profitto con un danno per gli enti pubblici i quali avrebbero erogato il denaro per le locazioni degli immobili.

Oltre a Lucano, gli indagati sono l'amministratore della cooperativa "Girasole" e i privati proprietari degli appartamenti utilizzati per l'accoglienza: Maria Taverniti, amministratore unico della cooperativa; Giuseppe Tavernese, Debora Porcu, Giovanni Sabatino; Cosimo Damiano Pazzano; Raffaele Belfiore; Rinaldo Deluca; Luana Tosarello; Marco Iacopetta.