Reggio: riflettori sulla neuroradiologia pediatrica

Fari puntati sulla neuroradiologia pediatrica all'Ordine dei Medici di Reggio Calabria con una giornata di studio che ha convogliato in riva allo Stretto alcuni tra i maggiori esperti del Bel Paese in materia.

Ad aprire i lavori è stato il coordinatore della formazione aggiornamento dell'ente ordinistico reggino, Antonino Zema che ha sottolineato come questo evento formativo rappresenta «un appuntamento fondamentale di confronto e crescita di tutta la disciplina in cui è stato dato spazio non solo alla diagnostica ma anche alla discussione di casi clinici».

«A volte vi è la necessità di studiare l'encefalo sin dai primi mesi dalla nascita – ha puntualizzato Antonino Zema - partendo dagli ultrasuoni cioè ecografia sino alla risonanza magnetica che, rispetto alla tac, non usa radiazioni ionizzanti».

Il vicepresidente dell'Ordine, Giuseppe Zampogna ha evidenziato l'importanza dell'approccio con un soggetto fragile qual è il bambino ai fini di una diagnosi appropriata «considerato che il contatto con i piccoli pazienti avviene attraverso dei mediatori che sono rappresentati dai genitori con tutte le ansie che si portano dietro».

Antonio Armentano, dirigente di secondo livello di Neuroradiologia al Grande Ospedale metropolitano di Reggio Calabria e fra i promotori dell'evento, ha rimarcato il coinvolgimento dei maggiori esperti del settore ed ha ringraziato per il supporto organizzativo la collega Alessandra Porcelli.

Fabio Maria Triulzi, docente universitario di neuroradiologia alla Statale di Milano, si è occupato delle basi metodologiche della neuroimaging in pediatria e nelle patologie del neonato viste attraverso l'utilizzazione della risonanza magnetica con particolare riferimento allo stato ipossico-ischemico mediante diagnostiche modificate per l'età pediatrica come avviene quando si trasforma tutto in affascinanti ambienti marini.

«Il bambino – ha affermato Triulzi – deve essere studiato con accorgimenti specifici e diversi in ambiente dedicato».

Della neuroimaging nelle emergenze pediatriche ha disquisito Cecilia Parazzini, dirigente medico dell'ospedale "V. Buzzi" di Milano.

«E' importante utilizzare la risonanza magnetica come primo approccio, sostituendola all'esame tac – ha raccomandato Cecilia Parazzini – per diagnosi differenziali particolarmente complesse per giungere, poi, ad una diagnosi definitiva».

«Negli ultimi anni sono aumentate le conoscenze sui mezzi di contrasto a base di gadolinio – ha spiegato durante la sua relazione, Maria Camilla Rossi-Espagnet, dirigente medico presso l'unità operativa di radiologia del Bambin Gesù di Roma - con nuove informazioni che hanno avuto delle implicazioni sia dal punto di vista legislativo che in riferimento alla pratica clinica. E', infatti, importante considerare i possibili effetti a breve e lungo termine per favorire un utilizzo ragionato degli stessi. Le ultime scoperte, infatti, hanno documentato un possibile deposito del farmaco nei tessuti e nel sistema nervoso centrale e, sulla base di queste evidenze, l'Agenzia Europea del farmaco ha deciso di restringere l'utilizzo dei mezzi di contrasto a base di gadolinio limitatamente a quelli con una maggiore stabilità cinetica».

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Al convegno ha portato un saluto il Presidente dell'Ordine, Pasquale Veneziano ed ha presenziato, fra gli altri, il direttore dell'Unità operativa complessa di radiologia del Grande Ospedale Metropolitano, Nicola Arcadi.