Papa Francesco in Calabria: "La ‘ndrangheta è adorazione del male"

papafrancescoincalabriadi Pasquale Cotroneo - "Adorazione del male e disprezzo del senso comune". Papa Francesco usa parole importanti, forti ed intense, come è nel suo carattere, per etichettare e scomunicare la 'ndrangheta, il male che da sempre avvolge questa terra, come una nuvola oscura, un cielo pronto a trasformarsi in temporale da un momento all'altro. Non solo con i proiettili, col fuoco, con le barbare uccisioni, ma anche con le mezze parole, con la finanza spregiudicata, gli intrighi di potere.

Ed il messaggio riecheggia ancora più forte proprio qui, terra di 'ndrangheta, di periferia, da cui però ripartire.

Ma è una giornata intensa in quel di Sibari sin dagli esordi. La piazza inizia ad affollarsi già dalle prime ore della mattina. Ad occhio quantificare quanta gente ci sia è impossibile. I fedeli alla spicciolata raggiungono i propri settori. È un tripudio di colori, suoni e di calore (umano e climatico): evento unico per la Calabria, che fa ben sperare: il futuro appare meno buio di quello che le cronache raccontano quotidianamente.

"Non abbiate paura delle tenebre perchè Dio vi assiste" un motto, estrapolato dal brano voluto da Mons. Nunzio Galantino, segretario della CEI,  "Col piede giusto" allieta la folla prima dell'arrivo del Pontefice.

Gli abbracci gli applausi e i sorrisi sono tutti per lui. Un grido pazzesco ad accoglierlo mentre con la Papa mobile benedice la gente tra i settori nell'area destinata per la celebrazione della Santa Messa, ultima tappa del tour che lo ha visto impegnato dalla mattina.

Il Papa della gente, tra la gente: "Alleluia, Francesco è qui con noi".

"La ndrangheta si nutre di coscienze conniventi - esordisce Mons. Galantino - non solo di malaffare e azioni delittuose" riferendosi a tutto quel sistema della zona grigia che coinvolge direttamente e indirettamente membri della società civile, professionisti, talvolta gli stessi religiosi. Un sistema che basa la sua forza sull'omertà, sulla logica del compare.

Ma in generale che Chiesa trova Papa Francesco oggi in mezzo a noi?

"Santità - continua il religioso - lei trova una Chiesa calabrese che vuole risvegliare coscienze, che a volte perde entusiasmo e speranza: qualità che lei le farà ritrovare. Ha chiesto scusa più volte in passato e anche io voglio chiedere scusa a coloro che in questi giorni mi hanno chiesto e che avrebbero voluto incontrarla. A loro chiedo scusa io".

Inizia la liturgia: le chiacchiere si spengono: il silenzio regna. La preghiera si è sostituita al clima festoso di prima. È emozionata la gente di Calabria accorsa numerosa per Francesco, è un popolo questo che sente il bisogno di redenzione.

"Nella festa del Corpus Domini celebriamo Gesù, pane di vita eterna forza del nostro cammino. Quella di oggi festa della Chiesa per il dono del l'Eucaristia: seguire Gesù, adorarllo, e camminare con lui. Noi siamo popolo che ama Dio, amore immenso risorto nella morte, che vive nella Chiesa". Il pontefice esordisce così durante la sua omelia. Ed è sicuramente il momento più atteso ed emozionante.

E parla subito della 'ndrangheta, il male per eccellenza che distrugge questa terra meravigliosa, così bella da sembrare baciata da Dio.

"La vostra terra conosce i segni del peccato: la 'ndrangheta è adorazione del male, disprezzo del senso comume. Dobbiamo dire di no e la Chiesa deve sempre più spendersi per il bene: ce lo chiedono i nostri ragazzi pieni di speranza. Coloro che vivono nel male come i mafiosi sono scomunicati, non sono in confessione in Dio".

I fedeli apprezzano, applaudiscono: Papa Francesco condanna la 'ndrangheta, senza paura: come la tanta gente onesta di Calabria, come chi rifiuta di pagare il pizzo, come coloro a cui nessuno tapperà la bocca.

E ancora: "Nostra fede è vera solo se adoriamo Dio, se lo seguiamo secondo il comandamento più importante: l'amore per gli uni e gli altri. Come Vescovo di Roma sono qui per accompagnarvi e affidarvi nel vostro cammino di carità. Sono qui a sostenere la Chiesa calabra occupata nel favorire stile di vita in cui prevalgano i poveri e gli ultimi. Dimostrate solidarietà verso i fratelli bisognosi di speranza e tenerezza. Grazie a Dio ci sono tanti segnali di speranza in tutti voi. Segno concreto è progetto Policoro per giovani che vogliano mettersi in gioco".

I giovani proprio loro. Papa Franceso, che con loro ha stretto sin dalla sua elezione un rapporto speciale li mette sempre in primo piano e come già fatto altre volte li sprona: "Non fatevi rubare la speranza, non fatevi togliere la volontà di vivere nel giusto e nel bene. Seguite Cristo e la vostra Chiesa crescerà. Una chiesa in cui tutti si amano e si sostengono soprattutto nei momenti di difficoltà. Seguite Cristo, fate la sua volontà".

Applausi. Tanti applausi.

È il tempo della riflessione, a capo chino e della Comunione prima della conclusione della Santa Messa e della benedizione.

"Vi ringrazio della calda accoglienza. Il signore vi benedica. Pregate per me". Il Papa lascia la Calabria, rimangono le sue parole: non dimentichiamole e con esse la speranza che oggi ci ha trasmesso.